Il pranzo di Natale si trasforma in un incubo fra dissapori, nevrosi e vecchi rancori. La compagnia di Le prénom concede il bis con una nuova trascinante commedia.
Un gioco al massacro, basato su regole implacabili e insindacabili che dettano comportamenti, atteggiamenti, intenzioni. Regole apparentemente assurde, eppure micidiali nel connotare la relazione tra i membri di una famiglia, riunita – forse controvoglia – attorno alla tavola del Patriarca. Le dinamiche tra questi personaggi si esasperano in un crescendo di tensioni e nevrosi, illusioni e allusioni, scontri e desideri.
Le regole per vivere di Sam Holcroft, drammaturga e biologa inglese, nell’incisiva traduzione di Fausto Paravidino, è una commedia nera, nerissima, impastata di ferocia. Come topolini in gabbia, i personaggi reagiscono agli stimoli imposti dal folle regolamento del gioco, che svela e mette alla berlina perbenismo e ipocrisia di una borghesia incapace di fare i conti con se stessa. Ma qui non c’è scampo, si deve giocare. Interpretato da uno dei più affiatati ensemble italiani, il paradosso linguistico e situazionale di Le regole per vivere è un tassello in più per capire quel puzzle irrisolto, quella farsa agra che è la nostra vita.
«Sam Holcroft – spiega il regista Antonio Zavatteri – mette in scena un pranzo di Natale di una famiglia assai logorata: genitori anziani ormai incrostati di manie e di abitudini, figli non più giovani gonfi di rancore, incastrati in relazioni complicate e frustrati da vite professionali che non hanno avuto il fulgore previsto in gioventù. Tutti caratterizzati da comportamenti che fanno di loro delle “maschere” profondamente umane e in cui è facile riconoscersi. È un’originale macchina teatrale: mette gli spettatori in un gioco attivo comunicando, con scritte e cartelli, determinate caratteristiche dei personaggi, una sorta di dissezione dei comportamenti e delle relazioni, che produce un’architettura comica di incredibile efficacia»
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