Lo spettacolo ha cominciato il proprio cammino nel 1998, e da allora non si è più fermato: una dimostrazione per tutti quelli che non credono nella vitalità del classico e del teatro per ragazzi, che racconta anche qualcosa di serio. La struttura della favola esopica è semplice e costante: si tratta di una breve narrazione dallo stile semplice e chiaro, i cui personaggi sono animali e che ha come scopo un insegnamento morale. Ogni animale incarna una specifica qualità, positiva o negativa, secondo una tipologia tradizionale rimasta inalterata.
Dalle favole di Esopo emerge una morale pratica e popolare, ferma nel difendere la giustizia. Le favole che compongono il copione sono 12 e tutte, proposte nella struttura di brevi sketches, vengono raccontate attraverso la musica e il canto, ora con il ritmo rapido di un rock duro, ora con motivi di valzer e teneri carillon. Il lupo e l’agnello mostra l’ingiustizia, La scimmia e il cammello l’invidia punita, La volpe e l’uva l’incapacità di accettare le proprie sconfitte e così via fino al Topo di campagna (con tanto di sombrero e cadenze messicane) e Il topo di città (manager in carriera con segretaria e telefonino), La gatta e Afrodite, L’asino che lodava le sorti del cavallo, Il leone e il topo riconoscente, Le rane che chiesero un re.
Gli attori che interpretano i diversi personaggi, si trasformano ogni volta in animali diversi con l’aiuto dei costumi di Bruno Cereseto e cantano e ballano in una coloratissima scena, studiata da Paola Ratto. Le narrazioni del favolista greco diventano così divertenti, colorate e immediate.
Dallo spettacolo è stato tratto un cd
Powered by iCagenda