Torna Ascanio Celestini, il grande narratore del tempo presente, il testimone di una Italia raccontata con grande lucidità, con empatia sempre frammista di ironia e disincanto. Appuntamento, dal 14 al 16 dicembre 2021 al Teatro Ivo Chiesa (ex Teatro della Corte) con lo spettacolo Museo Pasolini.
Celestini continua dunque a tessere le fila di una poetica epopea popolare, fatta di marginalità e impegno sociale. Nel suo nuovo lavoro, si interroga su un ipotetico, possibile, auspicabile "Museo Pier Paolo Pasolini". Spiega l’autore perché ha deciso di affrontare questa anomala prospettiva: «Secondo l’International Council of Museums, le cinque funzioni di un qualsiasi museo sono: ricerca, acquisizione, conservazione, comunicazione, esposizione. Come potrebbe essere un Museo dedicato a Pasolini? In una teca potremmo mettere la sua prima poesia, di quei versi resta il ricordo di due parole, “rosignolo” e “verzura”. È il 1929, lo stesso anno in cui Mussolini firma i Patti Lateranensi, Gramsci ottiene carta e penna e comincia a scrivere i Quaderni dal carcere. Come dice Vincenzo Cerami: “Se noi prendiamo tutta l’opera di Pasolini dalla prima poesia fino al film Salò, l’ultimo suo lavoro, avremo il ritratto della storia italiana dalla fine del fascismo fino alla metà degli anni Settanta. Pier Paolo Pasolini ha raccontato cosa è successo nel nostro Paese in tutti questi anni”.
Così - continua Ascanio Celestini - attraverso le testimonianze di uno storico, uno psicoanalista, uno scrittore, un lettore, un criminologo, un testimone che l’ha conosciuto, proviamo a rispondere a qualche domanda: qual è il pezzo forte del Museo Pasolini? Cosa dobbiamo cercare? Quale oggetto dovremmo acquisire da collezioni private o pubbliche, recuperare da qualche magazzino, discarica, biblioteca o ufficio degli oggetti smarriti? Cosa siamo tenuti a fare per conservarlo? Come possiamo comunicare attraverso di lui? In quale modo esporre Pier Paolo Pasolini?»
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