Mito, fiaba, follia, illusione e magia senza soluzione di continuità: c’è tutto questo e molto di più nel Sogno che Shakespeare scrisse attingendo dal patrimonio folkloristico dell’Inghilterra e dalla sua sterminata fantasia. Scegliendo di affrontare un nuovo testo del Bardo, dopo Romeo e Giulietta, Amleto e Desdemona non deve morire, la Compagnia Teatrale Scatenati, formata dagli attori detenuti nella Casa Circondariale di Genova Marassi, è partita da una domanda: se Shakespeare fosse vivo ai nostri giorni, come immaginerebbe questa commedia fantastica?
Nella chiave interpretativa contemporanea scelta dal regista Sandro Baldacci, il bosco incantato diventa la periferia di una metropoli, gli spiriti e i folletti mutano in altre creature della notte che non dispensano filtri d’amore ma sostanze molto pericolose. Un delirio frequentato da personaggi poco raccomandabili come boss della malavita, trafficanti e borseggiatori. Dell’originale resta la magica giocosità che permetterà ad un manipolo di attori dilettanti di dar vita ad uno spettacolo.
«Nonostante tutto – dice il regista Baldacci – il lieto fine si realizza, quasi a significare che, in qualunque contesto e a dispetto di qualunque infausto pronostico, l’amore, la fantasia e il teatro sono sempre in grado di trasformare il peggiore dei “deliri” nel più bello dei “sogni”»
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