Ci sono delle regole: per essere felici bisogna avere tanti amici, poterli contare, come su Facebook. La società controlla il grado di infelicità, ma a volte succede che si distragga. Capita allora che un individuo compia una deviazione inaspettata. Di solito passa un po’ di tempo sul limite e poi siamo soliti dire che impazzisce.
È il caso di Harry. In un intervallarsi di follia e lucidità, Harry, interpretato da Enrico Campanati, si ritrova, insieme agli spettatori, in un mondo di voci e suoni nei quali è difficile distinguere la realtà dall’immaginazione. Steven Berkoff tratteggia un’autoanalisi graffiante e spietata di un single piccolo borghese alle soglie delle festività natalizie
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