Il custode della memoria di Genova: Caffaro

Nei precedenti articoli è stata spesso citata la figura dell’annalista Caffaro, che con i suoi scritti ha contribuito a fondare una precisa e dettagliata memoria storica genovese.

Caffaro nacque nel borgo di Caschifellone, una località nel comune di Serra Riccò in Val Polcevera.  Visse probabilmente tra il 1081 e il 1164 e durante la sua vita indossò le vesti di marinaio, cronista, diplomatico e crociato. Caffaro nacque da Rustico di Caschifellone, originario di una famiglia di antica nobiltà che aveva partecipato al governo della città in epoca feudale. La famiglia vantava un’origine vicecomitale, pretendendo di discendere da Ido, visconte di Genova. Questo permise loro di avere stretti rapporti con le famiglie di origine vicecomitale, e a testimoniare ciò vi è il codice conservato presso la British Library, che racchiude gli Annali e le opere minori di Caffaro. Proprio grazie ai suoi racconti si è riuscita a stilare una cronologia della storia medievale di Genova. Appena ventenne il 1° agosto del 1100 Caffaro si imbarcò per la spedizione genovese verso la Terrasanta, partecipando poi in seguito alle altre numerose scorrerie genovesi. Nel 1101 si stabilì con la flotta a Giaffa e poi partì per un pellegrinaggio a Gerusalemme dove assistette al miracolo dei lumi nella cappella di San Sepolcro. Braccio destro di Guglielmo Embriaco assedia Arsuf e Cesarea, e nel frattempo prende nota per dar memoria a quelle imprese.

Queste esperienze lo portano a raccogliere i suoi appunti negli Annales, la prima opera scritta da un laico che non cominciava dalla creazione del mondo, ma anzi si impegnava a raccontare le vicende vissute in prima persona che descrivono l’ascesa della neonata istituzione comunale genovese. Terminato il periodo delle spedizioni per le crociate, non vi sono tracce di Caffaro per almeno dieci anni; per questo si pensa abbia preso parte alle scorrerie genovesi in Siria, che si esaurirono solo intorno al 1110. A rendere credibili queste teorie sono le spiegazioni che Caffaro sa dare in modo preciso delle coste siriane, sinonimo quindi che le abbia calcate in prima persona. Le sue parole “da Antiochia fino a Giaffa più e più volte ho militato per terra e navigato per mare”. Altri studiosi pensano che questo periodo di “assenza” sia da attribuire ad un periodo dedicato alla formazione di Caffaro, soprattutto dal punto di vista politico. Infatti nel 1121 venne inviato come rappresentate di Genova a Roma per la contesa di Pisa riguardo la consacrazione dei vescovi in Corsica. L’abilità dei legali liguri garantì il successo – che riuscirono a corrompere con doni e somme di denaro i vescovi, patrizi e cardinali -  e a Pisa venne proibita la consacrazione dei vescovi in Corsica. Da quel momento Caffaro diventa una presenza fissa dell’Urbe e venne eletto al consolato nel 1125. Da queste dinamiche si riaccese una forte rivalità con Pisa, e Caffaro decise di intervenire personalmente. Infatti partì al comando di sette galee alla volta di Piombino, riuscì ad espugnare la città riportando come bottino un mercantile e un ricco numero di prigionieri. Il conflitto si placò solo nel 1133. Successivamente guidò le spedizioni contro i saraceni in Spagna, riuscendo anche a siglare un’alleanza con Alfonso VII di Castiglia. La guerra fu però estremamente dispendiosa e Caffaro – che venne eletto per l’ultima volta al consolato nel 1149 – tentò in tutti i modi un risanamento per alleviare la crisi. Seguirono però nuovi anni di inattività finché non arrivò Barbarossa, con cui Caffaro ebbe diversi colloqui politici.

Caffaro rappresenta la testimonianza aristocratica più completa, perché narrò imprese a cui partecipò personalmente, ricoprendo anche cariche militari, politiche e diplomatiche. Fu il primo ad intuire la popolarità del genere storiografico, consegnando ad una città per la prima volta la sua autentica storia ufficializzata anche dall’intervento degli organi di governo. Dopo il 1152 infatti il governo esaminò la prima parte del suo elaborato, invitandolo a proseguire la scrittura e consentendogli di consultare gli archivi comunali per portare a termine l’opera.

Nella foto: Raffigurazione del Caffaro a Villetta di Negro. Genova

 

Francesca Galleano

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