Foto di Paola Spinola

San Siro e il Basilisco

La storia di San Siro e il Basilisco ci è stata trasmessa grazie alla Leggenda Aurea di Jacopo da Varagine (1230-1298). Secondo la tradizione Siro nacque a Struppa, nella valle del Bisagno, nella prima metà del IV secolo.

I genitori, vista la sua spiccata predilezione per la preghiera, lo affidarono al vescovo Felice perché si occupasse della sua educazione. Dopo averlo ordinato diacono, Felice lo inviò nell'odierna Sanremo in aiuto al locale presbitero e qui Siro operò diversi esorcismi.
Dopo alcuni anni fu richiamato a Genova da Felice e, alla morte di questi, gli successe quale vescovo della città.
In quel periodo Genova era oppressa da un basilisco, una creatura infernale che aveva trovato rifugio in un pozzo.
Come riportato nell'opera Naturalis Historia di Plinio il Vecchio, il basilisco era una piccola creatura, lunga una ventina di centimetri con il corpo di serpente e la testa di gallo, che uccideva col fiato, il morso e con lo sguardo pietrificatore. Il cavaliere che l'avesse trafitto sarebbe morto lui stesso a causa del veleno che si sarebbe infiltrato attraverso la lancia o la spada. Suo nemico mortale era la donnola, unico animale in grado di ucciderlo, a costo però della propria vita.
Come s'è detto, a quel tempo la zona attorno alla Basilica dei Dodici Apostoli (divenuta di San Siro nel VI secolo) era infestata da questa creatura e gli abitanti chiesero al loro vescovo di intervenire per liberarli da tale mortifero animale.
Siro si raccolse in preghiera e dopo tre giorni di digiuno si recò al pozzo dove dimorava la bestia. Qui vi gettò un secchio assicurato ad una corda e con parole e giaculatorie convinse l'animale ad entrare nel recipiente. Una volta estratto lo persuase ad allontanarsi dalla città e gettarsi in mare, dove scomparve per sempre.
La leggenda di San Siro e del basilisco viene da molti interpretata come la metafora della lotta fra Cristianesimo e Arianesimo condotta dallo stesso vescovo di Genova.
Del pozzo in cui trovò dimora il basilisco non v'è più traccia. Nel 1347 il Doge Giovanni Da Murta lo fece chiudere e fu posta una lapide ancora visibile

"HIC EST PUTEUS ILLE
EX QUO BEATISSIMUS SYRUS
EPISCOPUS QUONDAM JANUENSIS
EXTHRASIT DYRUM SERPENTEM
NOMINE BASILISCUM CCCCLXXX"

"Qui è il pozzo
dal quale il beatissimo Siro,
Vescovo di Genova,
fece uscire il terribile serpente
di nome Basilisco - 480"

 

Nella foto l'abside della basilica di San Siro con l'affresco Il miracolo del Basilisco

Paola Spinola

 

 

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