Città: Genova, Italia
Gravidanza, parto, allattamento, tiralatte, incubi, master, pollo, vangelo, coppie, amori, lavoro, video, social, paternità, televisione, canzoni, psicologi, pioggia, parcheggi, soldi, compleanni, parrucchieri, pianti, opinioni, vangeli, pidocchi, visioni, influencer, viaggi… Sembra esserci tutto in questo Autunno in aprile, in scena dal 26 novembre al 5 dicembre al Teatro Duse: un tutto fatto però di piccole cose, di gesti, segni, di parole non dette. Di screzi marcati d’amore e di amori segnati da astio e freddezza. Torna l’allegra, scombinata famiglia creata dalla drammaturga spagnola Carolina África Martín Pajares e dall’incontenibile cast di sole attrici già apprezzate in Estate in dicembre, travolgente successo alla Rassegna di drammaturgia contemporanea e ora riproposto nella stagione del Teatro Nazionale di Genova.
E proprio dalla selezione della Rassegna di drammaturgia 2020 viene anche la nuova commedia dell’autrice spagnola, questo Autunno in aprile che, forse con maggiore consapevolezza e maturità, gioca ancora con il susseguirsi delle stagioni e con l’inatteso nome dato alla nuova componente del nucleo familiare.
Se il primo capitolo di questa saga familiare evocava più le colorate dinamiche del miglior Pedro Almodóvar, questa volta le tensioni, le inquietudini, le paure, le nostalgie e i sogni delle protagoniste sembrano evocare maggiormente il mondo caro ad Anton Cechov. Sarà forse la pioggia che impregna di sé molte scene, o sarà semplicemente, come cantava Julio Iglesias, più volte evocato nel testo, che “la vida sigue ugual”, che la vita va avanti, con i suoi alti e i suoi bassi, le nascite e le morti, i successi e le frustrazioni in un racconto che fotografa, con maestria e delicatezza, le infinite sfumature dell’essere donna. Come ha scritto Carolina África Martín Pajares: «È come un piccolo buco nel muro, per vedere quella che è la vita, quello che siamo, senza pretendere altro»
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