Antoine ha una grave malattia: l’intelligenza. È una persona particolarmente dotata, fisiologicamente più sensibile e acuta della media, e ha capito che il suo spirito inquieto e la sua curiosità intellettuale lo condannano al mal di vivere. Tenta quindi varie strade per risolvere la sua difficoltà a partecipare alla vita fino a quando prenderà la decisione definitiva: diventare stupido. Ma non è così facile, il percorso è più accidentato di quanto sembri.
Lui vorrebbe dimenticare di capire, appassionarsi alla quotidianità, credere nella politica, comprare bei vestiti, seguire gli avvenimenti sportivi, fantasticare sull'ultimo modello di automobile, guardare con interesse e partecipazione emotiva i programmi televisivi. Vorrebbe tutto questo. E soprattutto vorrebbe stare bene con gli altri, non capirli, ma essere come loro, fra di loro, uno di loro, e come loro condividere le stesse cose.
Alcolismo, gruppi di educazione al suicidio, abuso di farmaci, ipotesi di lobotomia, lunghe serate trascorse a giocare a Monopoli, queste sono solo alcune delle strategie che il nostro protagonista perseguirà per raggiunge il suo fine: la stupidità. Un testo ironico, caustico, amaro e provocatorio
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