LE MAESTRE DELL'ARIA

Spettacoli
Data: 30 Maggio 2019

Città: Genova, Italia

Le Maestre dell'Aria

produzione Teatro dell’Ortica – membro del Coordinamento Nazionale di Teatro e Carcere

regia Anna Solaro

aiuto regia Giancarlo Mariottini e RiccardoSelvaggi

con le detenute del Carcere di Pontedecimo, gli alunni, gli insegnanti e i genitori della Scuola Primaria Anna Frank di Serra Riccò e della Scuola Secondaria di I grado Don Milani di Genova, gli attori del Teatro dell’Ortica

In un Olimpo apparentemente perfetto, diafano e cristallizzato mondo femminile in cui si respira l'etere, l'aria che solo le divinità immortali respirano, uno stuolo di dee si occupa di mantenere l'ordine del cosmo, guardando da lassù l'affaccendarsi dell'umanità. C'è chi mette in moto gli astri e chi l'arcobaleno, chi spalanca le porte alla brezza del mattino e chi alla luce dell'aurora, chi governa fiumi e sorgenti e chi giustizia, fama e memoria. Come in ogni classico Olimpo che si rispetti, però, l'atmosfera idilliaca è fasulla e gli screzi e le idiosincrasie delle dee rischiano di inquinare l'aria, anche quella del mondo di quaggiù.

Il buffo pretesto è lo spunto per indagare il mistero dell'aria, elemento fisico ma anche straordinaria custodia di esseri, umori, respiri, stati d'animo. Aria che si colora di illusione, stanchezza, rabbia, nostalgia, rancore, esplosioni di gioia inaspettata, aria che danza libera, che vola in alto o che si fa pesante, pesantissima, irrespirabile.

Anche in un luogo come il carcere, in cui l'aria è centellinata e spesso se ne può sentire la mancanza. In cui si può stare in apnea o della sua cura diventare maestre.

Le voci nascoste sono sul fondo dell’aria. Si fa viva quella trama di respiri. E vola via.

Bisogna intercettare l’aria bassa. Quella che porta il vento sull’asfalto. Che fa volare via le carte, i mozziconi di sigarette, i sacchetti. Quella che piega l’erba e fa girare in vortice le foglie secche. Perchè è lì che posano i piedi. Quelli di tutti.

Il vento è lo stato d’animo dell’aria. A volte è bellissimo ed è color ambra. A volte crea delle crepe nell’aria e rompe il silenzio.

Il lavoro si inserisce nell’ambito del progetto Oltre il cortile, un'attività laboratoriale realizzata dal Teatro dell'Ortica con le detenute della Casa Circondariale di Genova Pontedecimo che ha rappresentato il primo esempio in Italia di collaborazione tra i ragazzi delle scuole primarie e la realtà del carcere, fornendo a tutti gli attori coinvolti un’inedita e innovativa possibilità di incontro e conoscenza.

Il progetto di “teatro-carcere” si fonda sull’ascolto dei luoghi che attraversa e sui vissuti biografici ed emotivi delle persone coinvolte. Il teatro diventa così opportunità di emancipazione per i detenuti ma anche straordinaria occasione di sperimentazione scenica e drammaturgica. Recuperare la persona al di là del reato portando il laboratorio teatrale nello spazio della detenzione e della pena è l’obiettivo primario del progetto. “La persona non è il reato che ha commesso”: al detenuto si forniscono gli strumenti per ripensarsi e riprogettarsi al di fuori del carcere e alla comunità esterna si dà un’occasione di conoscenza reale di persone e storie, al di là del pregiudizio. Il teatro diventa così un mezzo sorprendente per favorire il reinserimento sociale.

 

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