Rivarolo

Le prime notizie del borgo di Rivarolo risalgono ad un documento del XII secolo, in cui è fatto riferimento a dei terreni nei pressi della chiesa di Santa Maria della Costa, la cui esistenza è documentata dall'anno 1012. A quell'epoca intorno alla chiesa e lungo la via che da Begato scendeva ai guadi del torrente in direzione di Fegino e del ponente genovese si formò il borgo della Costa, detto anche Rivarolo Soprano.

Nel medioevo i Fieschi, signori della zona, vi fecero costruire un palazzo e, sulla collina della Pigna, un castello, distrutto nel corso degli scontri avvenuti nel 1325 tra guelfi e ghibellini. In ricordo di quel fortilizio, i cui pochi ruderi erano visibili fino a pochi decenni fa, la collina è chiamata anche Castelluccio, toponimo rimasto alla via che sale alla sua sommità (il toponimo Pigna faceva invece riferimento ad un secolare pino che sorgeva sulla collina, raffigurato anche nello stemma del comune di Rivarolo e che fu abbattuto da un violento temporale il 5 marzo 1926).

Lungo la via diretta a Begato, sulla collina soprastante la chiesa, nel 1612, in un terreno acquistato dagli Spinola, i frati francescaniavrebbero costruito il convento di N.S. della Misericordia, con annesso ospitale, poi divenuto nel 1862 sede dell’Ospedale Celesia, ancora oggi parzialmente operante. I successivi lavori di ristrutturazione e di ampliamento dell’ospedale non consentono più di riconoscere la struttura originaria dell’edificio, ad eccezione dell’annessa cappella.

Nel frattempo, verso la fine del XIII secolo, i monaci Certosini si erano stabiliti con un altro grandioso monastero a Rivarolo Sottano, località che avrebbe poi da loro preso il nome di Certosa.

Per la sua posizione il borgo fu più volte al centro di fatti d'armi, ma gli eventi più negativi sono quelli avvenuti durante la guerra del 1746-1747, con l'occupazione dei dintorni di Genova da parte delle truppe austriache. Nei primi mesi del 1747 gli austriaci, cacciati da Genova nel dicembre 1746 in seguito alla rivolta iniziata con il leggendario episodio del Balilla, occuparono i dintorni da dove posero l'assedio alla città nel tentativo di riconquistarla. In quei mesi moltissimi cittadini persero la vita, per gli scontri bellici e per le privazioni patite, molte case e chiese furono distrutte o gravemente danneggiate, tra queste la chiesa di Santa Caterina di Begato e il convento di N.S. della Misericordia.

Lo sviluppo della zona coincise con l'apertura, nel 1772, della prima strada di fondovalle da Sampierdarena, voluta dal doge G.B. Cambiaso. Il nucleo storico di quel periodo, ancora ben riconoscibile, nonostante l’impetuoso sviluppo edilizio del Novecento, è costituito dal borgo, attraversato dall’attuale Via Celesia, situato tra la sponda sinistra del torrente Polcevera (il cui letto, prima della costruzione dell’argine a metà dell’Ottocento, era molto più ampio dell’attuale) e la sovrastante collina, con la chiesa dell'Assunta e il convento di N.S. della Misericordia.

Sempre al Settecento risalgono alcuni insediamenti signorili, quali la villa Pallavicini, nel centro di Rivarolo e quella della famiglia Lomellini, detta "Villa Buena", fin dal 1879 sede di un istituto scolastico privato, ancora oggi attivo.

L'Ottocento

Nel 1800 la discesa delle truppe napoleoniche pose fine alla plurisecolare storia della Repubblica di Genova. Con il dominio francese e le nuove suddivisioni amministrative, all'inizio dell'Ottocento Rivarolo divenne un comune autonomo, che in origine comprendeva anche la frazione di Murta, passata al comune diBolzaneto nel 1869.

Verso la metà dell'Ottocento, con l'arginatura del torrente e la costruzione della ferrovia ebbe inizio lo sviluppo industriale della Valpolcevera, che ne determinò anche un grande sviluppo demografico, urbanistico e viario. La crescita urbanistica, divenuta impetuosa soprattutto a partire dalla fine dell’Ottocento ha modificato significativamente la topografia della cittadina, con la costruzione di numerose case di abitazione, insediamenti industriali e infrastrutture stradali e ferroviarie in aree in precedenza agricole, con la totale urbanizzazione dell’area compresa tra il nucleo antico di Rivarolo e la frazione di Certosa.

Nel 1859 fu inaugurata la stazione ferroviaria, nel 1862 nei locali del soppresso convento di N.S. della Misericordia entrò in funzione l’ospedale Celesia, la prima struttura sanitaria moderna della Valpolcevera. Nel 1881 entrò in servizio la linea tranviaria a cavalli, poi elettrificata nel 1905.

L’aumento della popolazione e lo sviluppo industriale resero insufficiente la vecchia viabilità settecentesca, per cui furono aperte nuove strade più ampie, utilizzando anche in parte i terreni che prima della costruzione dell’argine facevano parte del greto del torrente Polcevera.

Tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento furono costruiti la strada consorziale lungo l’argine e il ponte sul Polcevera, che collegava Rivarolo con Fegino e Borzoli, premessa allo sviluppo urbanistico delle aree sulla sponda destra del torrente, all'epoca ancora sotto la giurisdizione del comune di Borzoli.

Il Novecento

Con il Regio Decreto n. 74 del 14 gennaio 1926, il Comune di Genova si espandeva inglobando 19 comuni della Val Polcevera, della Val Bisagno e delle due riviere, a Levante e a Ponente. Il comune di Rivarolo Ligure entrò così a far parte della cosiddetta Grande Genova.

Gli anni venti del Novecento hanno visto lo sviluppo urbanistico e residenziale verso la collina della Misericordia, favorito dall'apertura, nel 1923, della strada carrozzabile per l'ospedale Celesia (via P. Negrotto Cambiaso).

L'edificio chiamato Diga, nel quartiere Diamante, al confine tra Rivarolo e Bolzaneto

Il miglioramento del collegamento viario sulla strada principale di fondovalle comportò, negli anni trenta, la demolizione delle vecchie case che formavano il rione del Borghetto, tra Certosa e Rivarolo, in corrispondenza del ponte sul torrente Torbella, affluente del Polcevera.

L’espansione edilizia nelle zone collinari è proseguita anche nel secondo dopoguerra: negli anni settanta sono stati costruiti i quartieri di edilizia popolare denominati Valtorbella e Diamante, nel linguaggio giornalistico e in quello corrente chiamati rispettivamente CIGE e Begato. Quest'ultimo toponimo più propriamente corrisponde all'antico borgo situato più a monte di questi nuovi insediamenti.

Di particolare interesse

Castello Foltzer

Villa Pallavicini

Palazzo Fieschi

Chiesa di S. Maria Assunta

Chiesa di S. Bartolomeo della Certosa

Chiesa di S. Anna di Teglia

Chiesa di Sant'Ambrogio di Fegino

Chiesa di S. Maria del Garbo

Chiesa di S. Caterina di Begato

Chiesa di S. Giovanni Battista della Costa

Chiesa del SS. Nome di Gesù del Borghetto

Chiesa di Nostra Signora dell'Aiuto

Chiesa di S. Croce e Maria Ausiliatrice

Cappella di N.S. della Misericordia

Abbazia di San Nicolò del Boschetto

La linea della Mura Nuove costruite nel Seicento dalla Repubblica di Genova ed ampliate nell'Ottocento dal Genio Militare Sabaudo, fa da coronamento alle colline sul versante sinistro della Val Polcevera, Partendo dal Forte Crocetta, che sovrasta Certosa, si susseguono il Forte Tenaglia, le mura di Monte Moro, le mura di Granarolo con la porta omonima, le mura di Begato, il Forte Begato e il Forte Sperone. All'esterno delle mura, contornano la valle del Torbella il Forte Puin, i ruderi del Forte Fratello Maggiore e il Forte Fratello Minore.

Torri ottocentesche

Nei pressi di Fregoso si trovano tre delle torri difensive, mai completate.

 
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