Cornigliano

Secondo lo storico cinquecentesco Giustiniani - che nel XVI secolo redasse gli annali della città - il nome della località potrebbe derivare dalla Gens Cornelia, la famiglia romana dei Cornelii, che avrebbe posseduto terreni nella zona pianeggiante tra il torrente Polcevera e Sestri Ponente, nel luogo chiamato ager cornelianum che significa campo dei Cornelii.

Secondo altri storici l'origine del toponimo è ancora più antica ed è da attribuire ad un'antica tribù ligure, quella dei Veturii che nell'età del ferro dominava il territorio compreso tra il torrente Polcevera ed Arenzano. Il nome deriverebbe da Corito di Giano, derivando dall'antico ligure Cor (Corito) - ni (di) - gien (Giano).

Altre e più recenti fonti riferiscono della Cornigliano intorno all'anno 1000: il paese era sparso lungo il declivio collinare, vigilato da una fortificazione posta in alto che aveva soprattutto il compito di difendere l'accesso al ponte sul Polcevera ed era composto da tre terzieri controllati dai nobili Carmandino.

Antecedente a quel periodo è tuttavia la costruzione originaria della badia di Sant'Andrea, edificata su uno scoglio (non più esistente) che prese il suo nome, posto ai piedi della collina degli Erzelli. Per ampliare la costruzione, nel XII secolo la badia fu ricostruita in una zona collinare, così come è visibile adesso.

Nella località, che anticamente e fino a non molti decenni fa era una splendida località rivierasca e che Francesco Petrarca cantò come splendido luogo di villeggiatura fuori le mura di Genova, sempre secondo Giustiniani, vennero costruite nei secoli successivi almeno trenta ville principesche, sorte in seguito al progressivo decentramento residenziale del nucleo cittadino genovese.

Tra i primi insediamenti nobiliari si trovano quelle delle famiglie genovesi dei Doria, Centurione, Imperiale, Cattaneo della Volta e Piuma a Campi; Spinola, Gentile, Pallavicino, De Mari, Grillo e Malocello a Cornigliano. Si trattava di case chiaramente non alla portata di tutti ma comunque non molto ampie e lussuose, diversamente da quelle costruite dai più celebrati architetti a partire dal 1400, dopo cui vennero costruiti i vari palazzi Spinola, il Narisano e il Gentile, tuttora esistenti.

Questo tipo di edilizia continuò fino a raggiungere la sua massima espressione nel XVIII secolo, epoca in cui la via principale era un ininterrotto susseguirsi di ville in cui soggiornarono anche personaggi come la regina Maria d'Austria, Foscolo e Mazzini. Cornigliano infatti in questo periodo è stata luogo di passaggio del cosiddetto Grand Tour ed è stata ammirata da molti visitatori, anche celebri.

Verso il 1750, inoltre, venivano eretti i due palazzi Serra e i marchesi Durazzo davano inizio alla costruzione della grandiosa villa Durazzo Bombrini, in seguito eletta a residenza estiva del principe di Savoia.

Nel XIX secolo il paese prese la denominazione di Cornigliano Ligure e con il catasto napoleonico del 1808 l'utilizzo del terreno corniglianese fu documentato accuratamente. Sempre dai dati napoleonici, la popolazione residente risulta essere di 2652 abitanti nel 1806 e 2296 nel 1812. Ciò che però risalta da questi e da altri dati ancor più antichi, è la povertà: a fronte di quasi 500 famiglie, le abitazioni sono poco più di 200 (e molte sono grandi ville nobiliari unifamiliari), a conferma che le coltivazioni e le poche fabbrichette esistenti di abbigliamento femminile, biacca, sapone, calce e pelli non erano molto redditizie.

Nella seconda metà del secolo il paese si trasforma principalmente in un piccolo borgo di pescatori con notevoli ambizioni turistiche balneari, rilanciate quando, alla fine del secolo, il facoltoso imprenditore e politico Edilio Raggio fece costruire sullo scoglio di Sant'Andrea, a fare da sfondo alla spiaggia piena di stabilimenti balneari, l'omonimo castello in stile liberty, sul modello del triestino Miramare.

All'epoca l'allora Comune di Cornigliano era composto da quattro piccoli agglomerati (il Borgo, ai piedi del ponte sul Polcevera, formatosi attorno alla piazza crocevia delle strade per la Marina, Sampierdarena, la Val Polcevera, ed il ponente; la Marina, posta a ridosso della spiaggia; Campi, lungo la strada che risaliva il Polcevera; la Colombara, formata dalle abitazioni arroccate sulla scogliera e sulla retrostante collina poste a ponente). Tutt'attorno, in particolare lungo l'originario tracciato della via Aurelia, l'allora strada principale (attuali vie Tonale e Cervetto), vi erano ville e campi coltivati.

Lo scenario muta completamente a partire dall'ultimo decennio del secolo, in cui il fenomeno di urbanismo che si andava sviluppando a Genova travolge anche Cornigliano, potenzialmente un sito molto produttivo perché vicino al porto ed agli stabilimenti industriali di Sampierdarena, che proprio in quegli anni si estesero anche alla riva destra del torrente Polcevera. L'armatura di questa trasformazione è costituita dalla nascita dell'Ansaldo, prima grande industria del posto. Già nel 1911 si contavano ben 67 opifici in tutto il territorio comunale, che davano lavoro ad oltre 3000 operai.

Tra il 1881 e il 1901 la popolazione risulta quasi raddoppiata (+91,8%), ed un incremento anche maggiore si ha nei primi vent'anni del secolo, in cui Cornigliano passa dai 9139 abitanti del 1901 ai 19163 del 1921. Sulla spinta di questi avvenimenti si inizia a parlare già a inizio secolo dell'annessione di Cornigliano alla Grande Genova, una città metropolitana mista di zone residenziali, industriali e terziarie.

Ma nel 1919 il sindaco di Sestri Ponente Carlo Canepa propone invece un progetto di città industriale altrettanto ambizioso che ha il suo fulcro in Sestri Ponente e Cornigliano, basato su una solida rete infrastrutturale, con il raddoppio a monte della ferrovia (e la linea a mare ad uso esclusivo del porto), la realizzazione di un nuovo asse stradale a monte dell'abitato, con la duplice funzione di collegamento veloce e di supporto della nuova edificazione collinare e un sistema la rete tranviaria con diramazioni verso il Polcevera e duplice collegamento con il centro. Completa il progetto la costruzione di una vasta area residenziale composta da case con giardino e ampie strade su modello del quartiere signorile della Foce, che si va a collocare nella valle e sulle colline, da spianare in parte, che dividono Sestri Ponente e Cornigliano. Questo schema utopistico venne però accantonato quando, nel 1926, i comuni di Cornigliano Ligure e Sestri Ponente, fino ad allora autonomi, furono soppressi e il loro territorio entrò a far parte della Grande Genova.

In questi anni quella che era un'amena località in riva al mare si è trasformata in uno dei primi quartieri industriali edificati in Italia (già nel censimento del 1911 il 20% della popolazione residente risulta occupata nell'industria). Sono sorti negli anni capannoni ed opifici destinati a durare diversi decenni e a diventare, insieme al porto, la più grande forza produttiva genovese.

Nel 1938 viene progettato da Agostino Rocca e Oscar Sinigaglia un grande impianto siderurgico a ciclo integrale. Terminato nel 1942 non entrerà mai in funzione perché dopo l'armistizio verrà smontato dalle truppe tedesche presenti in città e trasferito in Germania.

Nel dopoguerra l'impianto viene nuovamente ricostruito (è in questa fase che viene demolito il castello Raggio per ricavare spazi per le acciaierie verso ponente e per l'aeroporto "Cristoforo Colombo" davanti a Sestri Ponente) e nel1953 entra in funzione (la demolizione iniziò tramite delle cariche esplosive il 14 aprile 1951) e Cornigliano divenne un sobborgo industriale destinato ad ospitare la nuova industria siderurgica pesante, proprio da Raggio impiantata per primo nella località. L'impianto entrò in funzione nel 1953 e registrò un ulteriore ampliamento alla fine degli anni cinquanta, che lo portò ancora più a ridosso delle case.

Sotto l'impulso dell'industria, che fornirà per anni migliaia di posti di lavoro, la popolazione, già in aumento, registra un secondo boom demografico, al termine del quale Cornigliano arriva a sfiorare i 30000 abitanti (28999 al censimento del 1961). Grande apporto all'incremento della classe operaia residente è stato dato dall'immigrazione, in particolare dall'Italia meridionale, di persone in cerca di occupazione.

Dal dopoguerra in poi Cornigliano, dopo aver perso lo sbocco al mare e la vivibilità di un'area climatica di affermate tradizioni turistiche (per far luogo alla costruzione degli stabilimenti industriali venne effettuato un riempimento a mare di oltre mezzo chilometro per tutta la lunghezza del quartiere), con la crisi siderurgica perde progressivamente anche il suo peso industriale, portando alla disoccupazione migliaia di operai.

Molte delle ville nobiliari di cui la delegazione era ricca furono demolite e la situazione sociale è andata degradandosi, con frequenti fenomeni di delinquenza.

Di particolare interesse:

Villa Cattaneo delle Piane 

Villa Durazzo Bombrini

Villa Domenico Serra

Villa Canepa

Villa Gentile Bickley

Villa Carbone

Villa Spinola Narisano

Il complesso di Villa Doria-Dufour

Villa Marchese

Villa Giacomo Serra

Il complesso di Villa Spinola Dufour

Villa Dufour Pavese

Villa Dufour

Villa Freccia

Villa Raggio degli Erzelli

Castello Raggio

 
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