deve molta della sua fama al fatto di essere il protagonista di un'indimenticabile e poetica ballata di Fabrizio De André, Bocca di rosa....

Sant'Ilario

Sant’Ilario deve molta della sua fama al fatto di essere il protagonista di un'indimenticabile e poetica ballata di Fabrizio De André, Bocca di rosa.

L'epoca romana

Durante il III secolo a.C. finisce il periodo Ligure-tribale; i Romani domano la resistenza delle tribù locali e costruiscono la prima strada a mare (219 a.C.) che trasformerà nel tempo l'assetto demografico della zona. Si assiste ad un primo sviluppo di centri abitati stabili sul litorale specie in punti di intersezione tra i percorsi antichi provenienti dall'interno e la litoranea romana; in questo senso si sviluppa Ricina (Recco) ed il ritrovamento di monete imperiali fa pensare che anche Bogliascofosse una stationes lungo l'Aurelia.

Sant'Ilario fu inserita nella tribù Camilla con capitale a Genova; questo fatto è molto importante perché il comportamento storico delle Riviere fu spesso, in epoca romana, in contraddizione con quello Genovese. Genova fu alleata di Roma mentre le riviere si schierarono spesso con i Cartaginesi. Sant'Ilario si trovò probabilmente in una zona di confine tra le terreGenuensi e quelle delle tribù liguri dell'interno ostili ai Romani. La strada romana risaliva da Bogliasco per via Funtanin superando l'asperità della Liggia e ridiscendeva sulla costa verso Nervi.

Le vie di crinale, scendendo dal monte Giugo si intersecavano con quella romana. È proprio l'asperità della costa all'altezza della Liggia che, facendo deviare l'Aurelia così come succede per Pieve Ligure, Sant'Apollinare (Sori) e Megli (Recco), favorì la nascita di insediamenti di crinale sulla collina (forse soltanto posti di sosta e ristoro). I primi insediamenti stabili sorsero tra Bogliasco, via Funtanin, la zona della ex scuola elementare e sottostanti. Forse San Nicolò costituiva allora il limite superiore degli insediamenti.

Il primo Cristianesimo

Dall'epoca romana fino al 1200 non si hanno notizie certe dell'attività umana sul territorio; tutto lascia supporre che con l'avvento del Cristianesimo vi siano state grandi trasformazioni nell'organizzazione sociale ed economica.

In particolare l'economia non fu più incentrata esclusivamente sulla pastorizia, ma venne sempre più affermandosi un'agricoltura che traeva impulso dall'attività dei monasteri di Bobbio e di Taggia. Intorno all'anno 1000 si realizza il primo grande sviluppo dell'olivicoltura che fu essenziale per la nascita dei centri di crinale come entità intermedie tra le zone a pascolo e quelle mercantili lungo la costa.

La locale chiesa risalirebbe a prima del 1198. Il primo atto certo che nomina Sant'Ilario è un atto di vendita del 1270 (Manoscritto del Beriana), indicante come testimone un certo Presbiter Iones Minister S.Ilarii e cioè un parroco di Sant'Ilario, segno che la chiesa esisteva già.

Dal Medioevo al Settecento

Lo storico genovese Agostino Giustiniani riporta che, nel XIII secolo, Sant'Ilario insieme a Colongo contava 154 fuochi (cioè famiglie). La grande pestilenza del 1350 colpì anche Sant'Ilario e per far fronte alle esigenze di ricovero dei malati la chiesa di San Rocco fu adibita a lazzaretto. Le continue scorrerie dei saraceni che dal 1400 angustiarono gli abitanti della costa favorirono un nuovo sviluppo demografico collinare; da qui l'avvistamento delle navi saracene era più facile e la lontananza dalla costa permetteva di mettersi in salvo fuggendo nei boschi.

Alla costruzione della torre del Fieno partecipò finanziariamente anche la collettività di Sant'Ilario attraverso la riscossione di un canone per l'uso delle comunaglie; la torre venne ultimata nel 1552. La chiesa di San Rocco era un rifugio utilizzato sia per l'avvistamento delle navi saracene che per riparo durante le incursioni con possibilità di ritirarsi nei vicini boschi. In particolare lo sviluppo di Sant'Ilario in questo periodo sarebbe testimoniato da una carta del 1435 nella quale tra Janua eReco si legge il solo nome di Ilarius. Nel 1537 Sant'Ilario faceva parte della giurisdizione del Bisagno che qui aveva termine.

Tutto il XVI secolo fu all'insegna della difesa contro i Mori che nel 1584 saccheggiarono Sori.

Nel 1610 fu fondata la Confraternita di San Nicolò che, nello stesso anno, si recò in pellegrinaggio a Chiavari in occasione dell'apparizione della Madonna dell'Orto. Il periodo storico compreso tra il 1650 ed il 1750 fu caratterizzato da due grandi epidemie di peste. La prima si verificò tra il 1656 ed il 1657; la seconda fu la tremenda epidemia di peste portata da Marsiglia che scoppiò tra il 1720 ed il 1722. Durante questa epidemia la Repubblica di Genova curò in modo capillare la guardia delle coste affinché tutte le imbarcazioni fossero controllate e gli equipaggi posti in quarantena.

La rivoluzione francese e l'Ottocento

Nel 1798 gli echi della rivoluzione francese raggiunsero anche molti paesi della Liguria dove assunsero un aspetto spiccatamente anticlericale. A Sant'Ilario alcuni rivoltosi, entrati in chiesa, asportarono diversi oggetti preziosi tra i quali il busto della reliquia del santo in argento ed alcuni ricchi lampadari; il parroco, don Stefano Corvo, fu costretto ad abbandonare la parrocchia e restò in esilio dal 1798 al giugno del 1800.

Nell'anno 1800 il monte Fasce ed il monte Cordona furono teatro di scontri armati tra le truppe assediate da Andrea Massena e gli austriaci che accerchiavano la città. In questo frangente sia la popolazione sia i soldati erano ridotti alla fame; così le truppe rastrellavano le case di Sant'Ilario alla ricerca di qualcosa da mangiare. Giunsero persino a dare la caccia agli asini ed ai muli che gli abitanti tentavano di tenere nascosti.

Nel 1815 Genova fu incorporata nel Regno di Sardegna. La prima metà dell'Ottocento fu caratterizzata sul piano sociale dal grande sviluppo del lavoro a domicilio; da una statistica del 1835 risultano impegnate nell'industria tessile a domicilio ben 415 persone.

Nel 1837 il comune costruì il cimitero sul territorio della mensa parrocchiale che rimase in funzione fino al 1915. Sant'Ilario è citato dal Dizionario degli stati Sabaudìdel 1854 con una popolazione di 1343 abitanti divisi in 3 quartieri: Penco, Marsan, Piana. Gli abitanti sono definiti "solerti e vivaci" e si fa menzione di un'intensa produzione di aranci e limoni poi esportati in Francia. Nel 1882 terminò la costruzione della strada carrozzabile e, con il lascito Bernardo Marsano, nacque l'omonimo istituto agrario.

Il Novecento

Rodolfo Valentino, all'epoca ancora sconosciuto, frequentò la scuola dell'Agricoltura tra il 1910 ed il 1912; documenti originali e suoi scritti sono tuttora conservati nella scuola. Si narra che Valentino nel 1920 tornò a Sant'Ilario, ormai ricco e famoso, su di una splendida auto americana per rivedere Felicia Sessarego, una vecchia fiamma che all'epoca aveva rifiutato il suo corteggiamento.

Nel 1921 era sindaco Matteo Crovetto, ma nel 1926 Sant'Ilario terminò di essere comune autonomo e, insieme ad altri 18 comuni, venne inglobato nel comune di Genova. A quella data il comune contava 1173 abitanti; la vecchia sede comunale venne trasformata in una scuola elementare, in funzione fino al 1987.

Un'altra storia di difficile conferma fu riportata da un giornale locale nel 1991 quando morì un certo Rodolfo Gallazzini, barbone senza dimora, abitante in una misera baracca a Genova. Quest'uomo raccontava di essere stato un pezzo grosso dell'esercito tedesco acquartierato a Sant'Ilario e di aver salvato la collina dalla totale distruzione. Infatti si oppose all'ordine di farla saltare. Per questo no al comando tedesco, Rudy perse la moglie e la figlia che si trovavano in Germania e che per ritorsione furono decapitate. Rodolfo si vendicò uccidendo il tenente che aveva ordinato l'esecuzione della sua famiglia.

Di particolare interesse

Chiesa parrocchiale di Sant'Ilario

Chiesa parrocchiale di Nostra Signora della Mercede e Sant'Erasmo

Chiesa di San Rocco 

Chiesetta di San Nicolò.

Cappella di Santa Maria Maddalena 

 

 Fonte wikipedia

 

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