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Una delle immagini che ricordiamo con più affetto è quella di quando, dalla tribuna, gioisce per la vittoria della nazionale di calcio ai mondiali del 1982.

Sandro Pertini

Una delle immagini che ricordiamo con più affetto è quella di quando, dalla tribuna, gioisce per la vittoria della nazionale di calcio italiana ai mondiali di Spagna del 1982.

Il 25 settembre 1896 a Stella (in provincia di Savona) da famiglia benestante nasce Alessandro Pertini, ha 4 fratelli: Luigi, Mario, Giuseppe e Eugenio. Dopo il collegio dei Salesiani a Varazze frequenta il liceo "Chiabrera" di Savona, per poi laurearsi in giurisprudenza, all'università di Genova e in scienze politiche nel 1924 a Firenze, nel mezzo viene inviato al fronte col ruolo di sottotenente durante prima guerra mondiale.

Nel 1922, in Italia entra al potere il fascismo ed il giovane Sandro Pertini diventa subito il bersaglio delle violenze squadriste, ma è a seguito dell'assassinio Matteotti che decide di  scendere in campo in modo definitivo. Il 22 maggio 1925 subisce il primo arresto con condanna a 8 mesi di detenzione. Nel 1926 finisce all’ospedale a seguito di un pestaggio e poi, a dicembre, condannato a 5 anni di confino. A questo punto entra in contatto con altri protagonisti della storia d'Italia di quegli anni come Filippo Turati, Antonio Gramsci, Giuseppe Saragat, Leo Valiani e Luigi Longo. Sono anni difficili e da latitante aiuta Turati a fuggire in Corsica e per questo sarà condannato in contumacia a 10 anni di reclusione, nel 1928 organizza un’azione di propaganda antifascista attraverso un’emittente radio da lui costituita e con un passaporto falso riesce anche a rientrare in Italia ma viene riconosciuto ed arrestato quasi subito. A seguito del suo precario stato di salute viene trasferito nella “casa di malati cronici di Turi” dove incontra Antonio Gramsci. Nell’ottobre del 1943 viene ancora una volta arrestato dai nazi-fascisti, questa volta insieme a Giuseppe Saragat, e condannato a morte ma un’azione dei partigiani lo libera nel gennaio del 1944.

Finita la guerra si dedica all’organizzazione del Partito Socialista del quale diventa segretario nel 1945, nello stesso anno diventerà direttore dell’Avanti e viene eletto nella Costituente.

Nel 1978 diventa Presidente della Repubblica Italiana con 832 voti su 995 che ne fanno il presidente votato con la più larga maggioranza.

Dopo una vita certamente non monotona, Sandro Pertini, probabilmente l’uomo politico più amato di tutti i tempi, si spegne il 24 febbraio del 1990 all'età di 94 anni.

“Dai fumatori si può imparare la tolleranza. Mai un fumatore si è lamentato di un non fumatore.”

 

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