adattamento e regia di Fausto Cosentino, con Vittorio Ristagno Andrea Benfante Anna Giarrocco
Don Chisciotte, cavaliere errante, scambia mulini per giganti, baffute contadine per incantesimi su donne meravigliose, animali per altrettanti sortilegi, circostanze consuete per affronti, catini per elmi, ecc. E’ la parabola di come la pazzia o i percorsi della mente (Don Chisciotte) e l’ignoranza (Sancho Panza) facciano smarrire l’uomo.
Si sviluppa il tema del viaggio e della ricerca come ansia di assoluto: l’uomo può perdersi nei meandri di se stesso e della vita vivendo percorsi alternativi o bizzarri?
La pazzia è dunque una illusione confortante: la maggiore sconfitta di Don Chisciotte sta nell’essere rinsavito.
Fausto Cosentino è nato a Izmir (Turchia) e si è trasferito giovanissimo a Genova dove vive e lavora. Regista teatrale di prosa e lirico, specializzato in comunicazione multimediale, autore e sceneggiatore, nel corso della sua carriera ha sviluppato una speciale predilezione per testi ed opere del periodo barocco, settecentesco e contemporaneo, nei confronti dei quali peraltro ha sempre avuto una naturale inclinazione. Ha maturato esperienze anche nel campo della musica leggera, radiofonico e televisivo. Il clima onirico e visionario sono le caratteristiche principali dei suoi spettacoli, uniti ad una meticolosa cura della gestualità e ad un uso raffinato delle luci
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