Tratto dal romanzo breve del 1848 “Le notti bianche” di Fedor Dostoevskij, lo spettacolo racconta con garbo e intensità, il rapporto fra un uomo e una donna che potrebbe diventare amore, ma non arriverà ad esserlo.
Siamo nella Russia di metà 800 a San Pietroburgo, dove per alcune notti durante l’anno il sole non cala mai prima delle 22 dando luogo al fenomeno delle “notti bianche”. Un uomo solitario, timido e sognatore, vaga per le strade di una città incredibilmente vuota e incontra la giovane Nasten’ka che colmerà la sua solitudine intrecciando con lui un’amicizia fatta di confidenze spinose che spingeranno il nostro eroe ad amarla, nonostante lei pensi ad un altro. Quando il nostro eroe penserà di averla conquistata, l’uomo tornerà nella vita della ragazza, condannandolo alla solitudine.
Il testo restituisce lo spirito coinvolgente, intenso e poetico della letteratura di Dostoevskij, l’analisi psicologica dell’anima umana che quando è innamorata risulta tanto indifesa da percorrere le strade della fantasia sentimentale in notti così lunghe che sembrano davvero infinite
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