Un intreccio di prosa e poesia porta in scena, a duecento anni dalla morte, il poeta John Keats, proponendo una visione sia dell’artista sia dell’uomo: l’amore incompiuto per Fanny, la profonda amicizia di Severn, la solitudine della malattia ed il bisogno di lasciare un segno ai posteri. Keats combatte fino alla fine con i suoi demoni interiori. Lo spettacolo ci trasporta su un piano universale nel quale ognuno di noi si può riconoscere, proponendo interrogativi sempre attuali.
A quale compromesso, quindi, deve scendere un artista per piacere al pubblico e alla critica? A chi lasciamo in eredità il nostro operato dopo la morte? Ed infine, cosa deve fare l’artista: piegarsi alle volontà dei critici o mantenere la propria integrità?
Teatro Garage
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