Acclamato al Fringe Festival di Edimburgo nel 2013, Grounded di George Brant è un testo che ha sconvolto il mondo e con cui il Teatro Nazionale di Genova ha voluto riaccogliere il pubblico alla riapertura delle sale.
Aspro, tagliente, feroce come una mitragliata, Grounded pone al centro della scena una pilota dell’aviazione degli Stati Uniti: orgogliosa Top Gun, macchina da guerra indistruttibile al comando del suo F16, la protagonista della storia è una davvero “tosta”. Ma una sera, bevendo con altri piloti, un uomo entra nella sua vita. Si amano. Lei rimane incinta. Dovrà smettere di volare, di stare in quell’azzurro cielo che adora. È richiamata a quella che definisce “poltronautica”: in poltrona, a terra, “grounded” appunto. Diventa pilota di drone. Sarà così che, in una base nascosta nel deserto americano, scoprirà un’altra guerra, un altro modo di volare e distruggere, di controllare e punire. Il drone: è la guerra contemporanea. Asettica, scientifica, grigia. Però qualcosa in lei si modifica. La tensione cresce, la consapevolezza aumenta, il disagio la attanaglia.
Con Linda Gennari protagonista e la regia di Davide Livermore, Grounded si avvale di un impianto scenico che coinvolge lo spettatore in una esperienza immersiva, che vola dal cielo ai meandri più dolorosi dell’animo umano. Così la stampa: «Linda Gennari in un’eccellente prova d’artista» (La Repubblica); «Davide Livermore costruisce un incalzante climax registico» (Il Secolo XIX)
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