di e con Pino Petruzzelli
segue conversazione con lo scrittore Paolo Cognetti
Pino Petruzzelli veste i panni di un “uomo artigiano” che sceglie di ripartire, verso un diverso modo di intendere il lavoro e la vita. Così, nel suo ristorante, tra monti, pini, larici, neve e valanghe, propone piatti nuovi su ricette antiche. Tradizione e modernità. Piatti straordinari perché in grado di esaltare le differenze, le diversità, attraverso accostamenti semplici. La semplicità come meta.
Chilometro zero racconta l’Odissea di un uomo di oggi. Una vita segnata da tanti stop e da altrettante ripartenze. Il nostro cuoco più volte perde il lavoro, mai la speranza. Sempre trova la forza di ricominciare, andando in direzione ostinata e contraria. Per lui il senso profondo della vita si trova nel credere e lottare per la vita stessa. Allora stringe i denti, si rialza e porta memoria degli errori passati affinché non lo colgano più impreparato. E’ una speranza che passa attraverso l’azione.
“Chilometro zero” parla di noi, delle nostre vittorie, delle nostre sconfitte e soprattutto della forza di rialzarsi sempre. La grandezza della vita non sta nel numero di vittorie ottenute, ma nel numero di volte in cui si è avuta la forza di rialzarsi e ripartire. Lo spettacolo è un inno alla vita che coinvolge e diverte al ritmo inarrestabile della recitazione di Pino Petruzzelli e delle Danze ungheresi di Brahms.
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