Come la democrazia ateniese si liberò di un personaggio scomodo
un progetto di Ermanno Bencivenga e Sergio Maifredi
ALLA RICERCA DELLA SAGGEZZA PERDUTA
Nei cinquant’anni in cui svolge la sua attività in Atene – simile, lo dice lui stesso, a un tafano che tormenta un grosso e placido cavallo – Socrate è odiato dai potenti e ammirato dai giovani, finché i primi decidono di intentargli un processo (non a caso, per corruzione dei giovani) in cui sarà condannato a morte. E allora il tafano si erge a grande archetipo morale dell’Occidente: difendendosi con dignità, rifiutandosi di sfuggire a una pena ingiusta ma infertagli nel pieno, formale rispetto delle leggi (perché, dice, non bisogna rispondere al male con il male), affrontando la morte con coraggio ed equilibrio.
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