Teatro Carlo Felice
Nel 1825 venne indetto un concorso per il disegno di un nuovo teatro dell'opera. Avevano partecipato, fra gli altri, il genovese Carlo Barabino e il ticinese Luigi Canonica. Vinse il primo e, il 21 gennaio 1826, vennero pubblicati sulla Gazzetta di Genova il progetto, le norme per l'appalto del teatro e indicazione precise sull'area che doveva occupare:
« L'area del convento e della chiesa di San Domenico, edifici già ridotti fin dal 1797 a magazzini e a caserma. »
Canonica, comunque, fu chiamato in un secondo tempo come consulente per la realizzazione del palcoscenico e della parte interna della curva della sala. Egli, infatti, già architetto reale del cessato Regno d'Italia (1805-1814), si era largamente illustrato in grandi edifici teatrali: l'allargamento del palcoscenico della Scala, il completamento del teatro di Como, la costruzione del Carcano e del Teatro Fiando di Milano, dei teatri di Cremona, Brescia, fra le altre realizzazioni.
Il teatro venne inaugurato il 7 aprile 1828, alla presenza dei sovrani del Regno di Sardegna, Carlo Felice e della regina Maria Cristina di Savoia, con la rappresentazione dell'opera di Vincenzo Bellini Bianca e Fernando su libretto del genovese Felice Romani. Nella circostanza, quest'opera venne rielaborata appositamente dall'autore.
La decisione di costruire un teatro da intitolare a Carlo Felice di Savoia era stata presa appena pochi anni prima la sua edificazione, ovvero fra il 1824 e il 1825. A tale decisione i governanti dell'epoca giunsero in considerazione del fatto che i teatri allora presenti fossero decisamente insufficienti.
Genova non aveva ancora un vero e proprio teatro per il melodramma, al tempo molto in auge, e fu così che la città decise di dotarsene di uno che potesse competere, sul piano dell'eleganza, con quelli allora presenti in tutta Italia. Fino ad allora in Genova il teatro più frequentato era stato quello di Sant'Agostino, dei Marchesi Durazzo, in legno, del secolo precedente e ormai non più adatto ai tempi. La costruzione avvenne su un terreno che in passato aveva ospitato un convento che era stato successivamente abbattuto.
Nel Nuovo teatro Carlo Felice nel 1852 viene inaugurata l'illuminazione a gas, e nel 1892, per le celebrazioni colombiane, l'illuminazione elettrica.
Durante la seconda guerra mondiale il Carlo Felice - come viene comunemente chiamato - venne colpito due volte rimanendo parzialmente distrutto. Da allora - e per diverse decadi - le rappresentazioni teatrali di rivista e d'opera si tennero nel vicino "Cinema Teatro Margherita" di via XX Settembre (successivamente rimpiazzato da un grande magazzino).