C'era una volta la Foce

Alla fine di viale Brigate Partigiane, fra l'inizio di via dei Pescatori e lo sbocco della Sopraelevata, sorge un edificio piuttosto bruttino e apparentemente abbandonato.

Si tratta di un esempio di architettura razionalista, realizzato fra il 1935 e il 1938 su progetto dell'architetto Giorgio Labò, sede di quello che un tempo era il celebre Ristorante San Pietro. A metà degli anni '60 del secolo scorso venne in parte demolito per fare posto all'entrata della Sopraelevata e, dopo diversi cambi d'uso e riconversioni, è diventato un triste esempio di abbandono e bruttezza. Ma questa è solo la storia recente di un luogo che ha assistito a numerose trasformazioni. Molto prima del Ristorante San Pietro infatti, sorgeva a poca distanza l'oratorio delle Anime Purganti. Esiste un acquarello di Domenico Cambiaso che lo raffigura: quasi sulla riva del mare c'è un piccolo edificio sovrastato dalla possente cinta muraria del XVII secolo.

L'oratorio venne costruito nel 1602 dal frate Bartolomeo Saluzzo, appartenente all'ordine dei Minori di San Francesco; accanto c'era un piccolo cimitero dove erano inumate le salme delle persone che morivano nel vicino Lazzaretto che sorgeva all'incirca sull'attuale piazza Rossetti. Col tempo il cimitero cominciò ad accogliere anche i morti dell'ospedale di Pammatone e, in generale, tutti coloro che non avevano denaro per assicurarsi una degna sepoltura e non appartenevano a quelle corporazioni di mestieri che offrivano questo "servizio" ai propri associati.
Insomma, esaurito lo spazio nei "muggi" dell'Acquasola, le spoglie mortali di quasi tutti i poveri della città finivano qui, in grandi fosse comuni vicino alla spiaggia, chiuse da grate che, ovviamente, non impedivano a ratti e uccelli di penetrare ed approfittare di un macabro banchetto, né alle periodiche mareggiate di sparpagliare e trascinare in mare i miseri resti.
La Confraternita delle Anime Purganti si faceva carico sia dei corpi dei defunti sia delle loro anime, celebrando processioni e Messe di suffragio.
Nel 1810 l'oratorio venne chiuso e fu demolito nel 1891 con la sistemazione del sovrastante corso Aurelio Saffi. Dalla metà del secolo non arrivavano più salme che adesso trovavano posto nel nuovo cimitero di Staglieno ma per molto tempo perdurarono leggende di strane processioni notturne e macabre apparizioni.
Chissà se la Statua del Navigatore che scruta l'orizzonte in fondo a viale Brigate Partigiane è consapevole di quante storie ha visto il luogo che sta proprio dietro di lui.

Paola Spinola

 

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