Palazzo Lomellini
Il palazzo Podestà o di Nicolosio Lomellini è un edificio sito in via Garibaldi al civico 7 nel centro storico di Genova, inserito il 13 luglio del 2006 nella lista tra i 42 palazzi iscritti ai Rolli di Genova divenuti in tale data Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO.
Storia
Fu costruito tra il 1559 e il 1565 da Giovanni Battista Castello detto il "Bergamasco" e da Bernardo Cantone per volere di Nicolosio Lomellino, esponente di una famiglia in piena ascesa economica e politica. Agli inizi delSeicento la proprietà passò alla famiglia Centurione che effettuò una ristrutturazione interna, poi ai Pallavicini, ai Raggi ed infine ad Andrea Podestà, più volte sindaco di Genova tra il 1866 e il 1895.
La facciata, dove si percepisce la forte presenza del Bergamasco, è movimentata da una ricca decorazione a stucco, con erme femminili alate, a sorreggere la cornice marcapiano del pianterreno; nastri e drappi a reggere, al primo piano, trofei d'armi; ghirlande e mascheroni a coronamento delle finestre, con figure classiche entro medaglioni ovali, al secondo.
Anche nell'apparato festoso di stucchi dell'atrio a pianta ovale è evidente l'intervento del Bergamasco, che seppe introdurre a Genova le suggestioni della più aggiornata cultura manierista.
Il cortile aperto è delimitato ai lati dalle ali posteriori del palazzo, mentre le terrazze sovrastano un grandioso ninfeo realizzato nel Settecento su disegno di Domenico Parodi. Un giardino si apre verso il monte, eretto sfruttando il declivio della collina retrostante.
In due salotti del piano nobile Giacomo Antonio Boni affrescò Giove e la capra Amaltea e Domenico Parodi Bacco e Arianna. Di Lorenzo De Ferrari è la decorazione a stucco e ad affresco con figure di divinità sulla volta della galleria. Il salone decorato da Tommaso Aldovrandini, è arricchito dalla serie di tele con Storie di Diana eseguita da Marcantonio Franceschinie le vicende storico-artistiche di palazzo Nicolosio Lomellino a Genova e il recente, sensazionale ritrovamento di un ciclo di affreschi realizzati nel 1623-1624 dal pittore genovese Bernardo Strozzi e successivamente occultati a causa di una lite con il committente Luigi Centurione. I documenti, ancor oggi esistenti, relativi alla lite intercorsa tra l’artista e Centurione (1625), confermano l’intervento del pittore in tre stanze del primo piano nobile, i cui affreschi furono celati dai successivi interventi con uno spesso strato di intonaco e una controsoffittatura nel salone centrale. Rimossa nel 2002, al di sotto di essa è ricomparsa, con i suoi colori smaglianti, l’Allegoria della Fede. Nelle altre due stanze, in condizioni più precarie, sono stati rinvenuti l’Astrologia e frammenti con la Navigazione e Tritoni.