Seguire le regole stabilite e compiacere i desideri del pubblico o seguire il proprio diktat interno?
Questo è il dilemma per un’attrice che sul punto di entrare in scena si trova comicamente imprigionata tra il desiderio ossessivo di piacere agli spettatori e le sue stravaganti idee di spettacolo.
Diplomata in una delle più importanti scuole di teatro circo, Sandrine Juglair ha partecipato a vari progetti teatrali e coreografici, collaborando persino con la Scala di Milano. In questo suo primo solo spazia agevolmente tra acrobazia e clownerie. Diktat è una tragicommedia la cui protagonista è animata dall’urgenza di esistere su un palco, in cui in 57 minuti, 33 secondi e 68 centesimi nasce, vive e muore, replica dopo replica.
Per conquistare il pubblico è disposta a usare ogni mezzo, esponendo anche la sua intimità e valicando il confine tra attore e personaggio. La dittatura dello sguardo dell’altro la incatena alle sue ossessioni, obbligandola a eseguire ciò che ci si aspetta da lei. Inizia allora una spassosa lotta tra il desiderio di essere apprezzata, compiacendo il pubblico, e ciò che le imporrebbe invece il suo personale imperativo artistico. Trasportata da fantasmi che a tratti la travolgono, confronta successi e sconfitte, senza paura del ridicolo, l’importante è riuscire a stare in piedi davanti agli spettatori nell’angoscia del presente immediato. Reclusa in una vita di finzione, condannata a recitare a vita per paura di scomparire, questa bizzarra donna recita perché il pubblico la scelga, la desideri e la consumi, in un gioco che la costringe a ricominciare di continuo, senza finire mai.
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