Un mestiere che nasce quasi per caso, che non ha bisogno di una formazione specifica, né di molti strumenti. Un mestiere senza orari, senza gerarchie, senza scadenze. Il mestiere più lento che si possa scegliere in questi tempi frenetici. Un mestiere che nasce dalla libertà e lentamente dilaga, mangiandosi tutta quella libertà. Scrivere e, nel tempo rimasto, vivere: ogni autore, in ogni tempo, ha cercato per sé questo equilibrio impossibile, sforzandosi che chiamare “mestiere” qualcosa che, forse, un vero mestiere non è.
Paolo Giordano, classe 1982, è autore di quattro romanzi: La solitudine dei numeri primi (Mondadori 2008, Premio Strega e Premio Campiello Opera Prima), Il corpo umano (Mondadori 2012), Il nero e l’argento (Einaudi 2014 e 2017) e Divorare il cielo (Einaudi 2018 e 2019). Ha scritto per il teatro (Galois e Fine pena: ora) e collabora con il «Corriere della Sera»
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