Un classico del melodramma, talmente familiare, ormai, che si corre il rischio di non coglierne più l’audacia. Rigoletto è, certo, l’opera di La donna è mobile, “Questa o quella, per me pari sono”, “Bella figlia dell’amore”, pagine popolarissime, ma è anche uno dei titoli più scabrosi nella storia del melodramma, che la censura cercò in ogni modo di ammorbidire e rendere più presentabile.
Verdi fu irremovibile e Rigoletto fu quello che ancora è oggi fin dalle prime recite, che entusiasmarono il pubblico e scandalizzarono la critica: un’opera con protagonisti un vecchio deforme, un killer, una fanciulla innocente rapita, violata e infine uccisa e chiusa in un sacco da cronaca nera.
Situazioni estreme e dinamiche psicologiche ancora attuali che la musica estrinseca con pienezza e verità: il rancore del diverso emarginato e deriso, la scissione non risolvibile tra padre amorevole e buffone cinico, gli impulsi incontenibili di un giovane dongiovanni nostrano, il ritrovarsi vittima quando si voleva essere carnefice. E un vecchio che piange, come mai aveva pianto e mai più piangerà in musica. La regia di Rolando Panerai è il frutto dell’esperienza di uno dei più grandi baritoni del nostro tempo, interprete memorabile di Rigoletto.
Orchestra e Coro del Teatro Carlo Felice
Maestro del Coro Franco Sebastiani
Rigoletto Leo Nucci – Amartuvshin Enkhbat – Carlos Álvarez
Gilda Maria Mudryak – Leonor Bonilla – Serena Gamberoni
Duca di Mantova Antonio Gandía – Massimiliano Pisapia- Celso Albelo
Sparafucile Dario Russo – Mihailo Šljivić
Maddalena Anastasia Boldyreva, Kamelia Kader
Direttore d’Orchestra, Francesco Ivan Ciampa (6, 9, 10, 12) - Dorian Wilson (22, 23, 27, 29).
Regia, Rolando Panerai.
Regista assistente, Vivien Hewitt
Costumi, Regina Schrecker
Luci, Luciano Novelli
Nuovo allestimento Fondazione Teatro Carlo Felice
da un’idea di Rolando Panerai
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