Salvaje nasce dalla collaborazione di Fattoria Vittadini con il coreografo Daniel Abreu. Lo spettacolo, che ha debuttato con il titolo Odio, è ora riproposto in una nuova veste: una carrellata di immagini che espongono, anche in modo crudo, quell’impulso distruttivo in cui emerge l’idea di strumentalizzare l’altro da sé. Le tre interpreti mettono in scena una forza primordiale e selvaggia, diventando figure che ne esprimono l’essenza al di là di ogni morale, mettendo in discussione la percezione che sia loro sia il pubblico hanno di queste emozioni spesso socialmente non accettate.
Essere selvaggi significa abbandonarsi ad una naturale esigenza di affermazione e a un bisogno di appartenenza, la necessità istintiva di lasciare la propria orma.
Attraversando queste emozioni (che si trasformano in stati fisici, danze concitate e immagini disturbanti), accettandole e vivendole senza giudizio per quelle che sono, le performer arrivano a una catarsi, a una necessità di condivisione.
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