«Portatori di un messaggio universale che si esprime attraverso la pratica delle tre d: Distrazione, Disinteresse, Disaffezione. Stringi la mano che ti porgiamo. Il futuro è nostro. Grandi giorni di festa si avvicinano. Noi siamo la Generazione Disagio». Meglio di così per salutare il nuovo anno a teatro proprio non si può!
La vita è dura, c’è crisi, c’è lo spread. E allora? Cosa vogliamo fare? Un nuovo partito?!? La rivoluzione? Morire per difendere un albero? No! E allora cosa ci rimane? Il suicidio?
Si! Ma per ridere! Gioca anche tu a Dopodiché: riversa i tuoi problemi su un personaggio del gioco e portalo al suicidio. Una scanzonata, irriverente, grottesca partita al gioco dell'oca. Sul palco un dottorando, un precario e uno stagista, guidati da un cinico presentatore e supportati dal pubblico in sala, possono aspirare, come ultima chance, al suicidio. Dopodiché: l’emozione di vincere, perdendo la vita!”
“Sappiamo chi sei. Tu sei un disagiato. Lo sai tu e lo sappiamo anche noi. Sappiamo quante energie sprechi per non farlo vedere. Fratello disagiato, basta. Il disagio non è un ostacolo sulla strada, il disagio è la strada. Non cercare di apparire migliore. Accettati come sei: pigro, inetto, inconcludente, dispersivo, vile. Noi ti vogliamo bene così. stringi la mano che ti porgiamo. Il futuro è nostro. Grandi giorni di festa si avvicinano”
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