Una babele di dialetti, piccole storie che raccontano uno dei sanguinosi conflitti della storia moderna: Milite ignoto conferma il talento creativo e interpretativo di Mario Perrotta.
È una delle voci più originali e impegnate della nuova scena. Mario Perrotta, tra le numerose creazioni, nel suo percorso ha raccontato l’epopea dei migranti italiani; ha reso un ampio omaggio al genio del pittore Ligabue; ha realizzato un articolatissimo progetto scenico e sociale, titolato Versoterra – a chi viene dal mare, sulle tracce della migrazione in Puglia, coinvolgendo oltre novanta tra artisti, attori, musicisti, danzatori e tecnici.
In occasione del centenario del primo conflitto bellico, con immediatezza e aguzza consapevolezza, Perrotta ha dato voce e corpo alle migliaia di soldati bloccati nel fango e nella miseria delle trincee italiane. Come ha scritto il critico Renato Palazzi: «Ci siamo trovati di fronte a una delle più strepitose prove d’attore degli ultimi anni. Perrotta racconta l’esperienza del conflitto – esperienza umana e politica, prima ancora che militare – attraverso una doppia, straordinaria invenzione: da un lato crea una lingua, un particolare impasto di dialetti, veneto, lombardo, toscano, napoletano, sardo, eco della molteplicità, del convergere di un popolo che s’incontra per la prima volta in trincea, ma anche metafora di una perdita di identità nell’immane massacro. Dall’altro la usa per evocare percezioni in un primo luogo sensoriali, l’impatto uditivo, olfattivo, tattile con la guerra da parte di contadini analfabeti».
Ispirato a un libro di Nicola Maranesi e al progetto La grande guerra, i diari raccontano, a cura dello stesso Maranesi e di Pier Vittorio Buffa, lo spettacolo è dedicato al Milite ignoto perché, secondo Perrotta, la «prima guerra mondiale fu l’ultimo evento bellico, dove il milite ebbe ancora un qualche valore anche nel suo agire solitario, mentre da quel conflitto in poi, anzi, già negli ultimi sviluppi dello stesso, il milite divenne, appunto, ignoto. E per ignoto ho voluto intendere “dimenticato”: dimenticato in quanto essere umano che ha, appunto, un nome e un cognome. E una faccia, e una voce».
Solo in scena, seduto sui sacchi di sabbia, contenendo i gesti e modulando sapientemente la voce, Perrotta fa vedere e sentire tutta l’allucinante violenza della guerra. Di ogni guerra.
Regia: Mario Perrotta
Autore: Mario Perrotta
Interpreti: Mario Perrotta
Produzione: Premàr, Archivio Diaristico Nazionale, DUEL, La Piccionaia
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