Barba e cavelli

Categoria
Spettacoli
Data
11 Febbraio 2018
Luogo
Piazza Alfredo Oriani
16154 Genova GE, Italia

Barba e cavelli

 

Autore: Govi Canepa
Regia: Riccardo Canepa

Cast: Piero Moggia, Bianca Podesta, Michela Zocco, Vilma Filippone, Carlo Pasero, Flavio Bellinazzi, Maria Luisa Romano

La collaborazione di Palmerini con Govi iniziò negli anni ’20 e si protrasse per lunghi decenni e sono da ricordare, tra l’altro, le notissime commedie “Quello bonanima” e “Articolo Quinto”.

L’autore, nato e vissuto in toscana, scriveva i testi in fiorentino e Govi li traduceva in genovese e apportava i necessari adattamenti alla realtà ligure.

“Barba e Cavelli” andò in scena per la prima volta il 9 gennaio 1940 a Biella (per le “prime” si sceglieva sempre una “cittadina di provincia”) ed approdò al Teatro Nuovo di Milano il 24 gennaio dello stesso anno.

Il successo di pubblico e critica fu immediato per la compagnia dove, oltre alla coppia Govi, recitavano anche Iole Gardini e Lina Volonghi. I giornali milanesi del 25 gennaio 1940 riportano la cronaca  di una scelta azzeccata: “…spassoso travestimento della commedia dell’arte…” che peraltro l’autore stesso definiva “pretesto per 3 atti farseschi”.

L’ambientazione originaria a Firenze non aveva certo sofferto della trasposizione a Genova perché le situazioni, i sentimenti e gli spunti comici che offre il testo sono universali e senza tempo.

La scena si svolge nel salotto di una modesta casa di un artigiano, un barbiere, che ha la propria bottega annessa all’appartamento. Dal salotto, infatti, si accede sia alla strada , sia al resto della casa, che alla bottega.

È Attilio, il barbiere, il personaggio chiave della vicenda, uomo semplice, lavoratore, ma con una gran voglia di ridere e scherzare. La moglie Tosca, invece, è incapace persino di sorridere e pensa unicamente al profitto, al guadagno, al risparmio, "ae palanche”.

Unica consolazione del povero Attilio è la figlia Rosa, una ragazza simpatica e sincera che si è innamorata di Beppino, ragazzo di bottega del padre.

Attilio divide il suo tempo tra il lavoro e la casa, ma trova il modo di passare qualche ora con gli amici e soprattutto riesce sempre a organizzare simpatici scherzi con l’aiuto di Clelia la farmacista, sua complice. Ne fanno le spese un po’ tutti: vicini, clienti, conoscenti, ma nessuno serba rancore perché Attilio è un burlone sempre allegro e brioso che conosce i propri limiti ed è la prima vittima della propria ironia.

Purtroppo l’avidità spinge Tosca a proporre un matrimonio d’interesse alla figlia, un matrimonio con il figlio dei padroni di casa. Girolamo e Lina, infatti, sono ricchi ed hanno un unico figlio, un po’ scemo, al quale sono morbosamente attaccati e che ricoprono di eccessive attenzioni.

Hanno persino rifiutato al figlio un matrimonio con una ragazza carina e benestante solo perché il  bisnonno era stato ricoverato in manicomio ed allora…. ecco l’idea! Attilio si fingerà pazzo, ne combinerà di tutti i colori ed i due genitori rinunceranno all’idea di far sposare il figlio a Rosa perché la malattia del padre potrebbe essere ereditaria.

La commedia della pazzia va in scena, la figlia, l’amica Clelia e la vicina di casa Ines saranno gli attori comprimari, gli amici ed i clienti le comparse, la moglie ed i padroni di casa il pubblico ignaro.

Ma qualcosa non funziona, forse la commedia è troppo verosimile, forse Attilio è davvero pazzo, forse ….  e la vicenda volge all’epilogo con continui colpi di scena e situazioni esilaranti.

Attilio saprà essere all’altezza della situazione, fronteggiare le emergenze, risolvere gli intoppi, assicurare l’amore alla figlia?

 

 

 
 

Altre date

  • 11 Febbraio 2018

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