Dopo avere raccontato il vissuto degli adolescenti ispirandosi a letteratura e cinema con spettacoli come La Terza Onda, Come pesci in un acquario e Swing Kids, Elena Dragonetti intraprende un nuovo percorso laboratoriale con un gruppo di studenti provenienti da diverse scuole superiori genovesi, scegliendo di confrontarsi con uno dei più noti testi shakespeariani.
«L’Otello è la tragedia della gelosia e del sesso, dei rapporti interrazziali e culturali, del dubbio e della potenza manipolatoria delle parole, che danno fondamento e giustificazione alla xenofobia, alla misoginia, alle tante forme di intolleranza sociale e privata di cui si compone la società, ieri come oggi» dichiara la regista. «Quale età conosce la potenza delle pulsioni meglio dell’adolescenza? Confrontarsi per cercare un’identità chiara, distinguere per distinguersi, anche odiare per riconoscersi: è un’età in cui i dubbi su di sé e su gli altri tormentano il proprio stare al mondo».
Così in Tuo per sempre Otello è un ragazzo disorientato che più che cadere nelle trappole di Jago frana nelle proprie incertezze, mettendo in discussione ciò che aveva di più puro, la sua relazione con Desdemona. Tre giorni appena basteranno per distruggere un animo valoroso, un amore, un tentativo di integrazione. Conclude Elena Dragonetti: «Portare la storia di Otello tra i ragazzi e lasciare che siano loro a raccontarla a noi è un modo per fare i conti con i fantasmi dell’inconscio collettivo con cui la società costruisce e rinsalda i propri parametri in tempi di crisi e li trasmette ai ragazzi, continuando a proiettare fuori di sé, sullo straniero, tutto ciò che ha di inconfessabile»
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