Uno spettacolo teatrale e musicale che coinvolgerà sentimentalmente gli appassionati di Tenco, ma non solo. Gli anni '50, Genova, le notti insonni, il jazz, gli amici, le donne, il successo, il tormento, il mistero... e uno spettatore dal buio che ha deciso di parlare: sono questi gli ingredienti della nuovissima versione teatrale del monologo-intervista di Paolo Logli dal titolo Dunque lei ha conosciuto Tenco?, già vincitore del Premio ETI “Per voce sola 2006”.
Attraverso i pensieri, le impressioni e i ricordi di un testimone ferroviere il testo con fantasia e pertinenza storica evoca la figura di Luigi Tenco e il contesto in cui si muoveva negli anni d’oro della sua carriera. Il monologo prende spunto da un aneddoto, piccolo e forse marginale, raccontato tempo fa in televisione da Arnaldo Bagnasco, all’interno del programma di Paolo Logli Chiedi chi erano i Beatles. La storia vuole che Tenco attraversasse una galleria della stazione di Genova Piazza Principe in equilibrio su un binario, suonando il sassofono e sfidando un temporale. L’episodio esemplifica la personalità di un uomo che non ha mai avuto paura della posta in gioco, tanto da sbeffeggiare con la sua stessa morte – sia essa un suicidio o un omicidio ancora insoluto – il senso dell’Istituzione.
Sarà proprio l’anziano ferroviere Gino Grondona a cercare, con parole sue, di cogliere qualcosa del mito Tenco. Animo semplice e occhi sgranati dell’“uomo senza qualità”, Gino racconta quelle poche cose che sa di Tenco e che lo hanno sfiorato: Luigi e i suoi “amici famosi” (De Andrè, Paoli, Villaggio…) sotto la pensilina della Stazione Principe; qualche brandello di musica e d’amicizia virile catturato andando ad ascoltarli in una cantina al centro di Genova; quell’attimo sublime, simbolico, assoluto, di fronte al quale ci si sente piccoli, anzi minuscoli; il momento in cui Tenco – presagio di morte, eppure promessa di vita eterna – attraversa la galleria dei rapidi, durante una notte di tregenda, suonando Summertime in equilibrio sul binario.
La voce dell’attore e le note dal vivo dialogano nello spettacolo e creano un’autentica e suggestiva partitura orchestrale: le parole hanno scansioni che si appoggiano alle metriche dei brani musicali e i contrappunti non sono mai solo casuali, ma forniscano ulteriori chiavi di lettura del testo.
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