L’arte sacra di Giuseppe Paganelli
Giuseppe Paganelli, nato nel 1749 in provincia di Bergamo, fu attivo in Liguria dal 1795 fino alla sua morte, avvenuta a Genova nel 1822.
Durante il periodo genovese non mancarono i riconoscimenti al suo talento artistico, tanto che nel 1797 Paganelli divenne accademico di merito dell’Accademia Ligustica di Belle Arti, presso la quale diresse la Scuola di Pittura dal 1806 al 1808. Il dipinto che presentò in onore di questa nomina, Madonna con S. Gaetano da Thiene e S. Andrea Avellino, è conservato da allora all’interno dell’Accademia.
In un primo tempo lo stile delle opere di Paganelli fu molto apprezzato per le sue connotazioni richiamanti il tardo barocco. Con questo termine si identifica quello stile di transizione tra l’arte barocca, i cui canoni richiedevano che gli artisti rappresentassero le scene sacre in maniera teatrale e grandiosa, e il Rococò, caratterizzato da forme più leggere e talvolta anche frivole.
Successivamente Paganelli si adeguò a canoni più accademici che richiamavano il classicismo e perse in parte il consenso del pubblico. Alla fine della sua carriera risalgono gli affreschi della cupola di Santa Maria delle Vigne a Genova, risalenti al 1816.
In Liguria abbiamo molte testimonianze del talento di Paganelli, a partire da alcuni affreschi eseguiti per conto del Re Vittorio Emanuele nel 1820 in occasione del restauro di Palazzo Reale. Altri affreschi sono visibili nella chiesa di San Siro a Nervi e di Nostra Signora della Consolazione a Genova.
Proprio la chiesa di Nostra Signora della Consolazione è particolarmente ricca di opere di questo artista. Al suo interno, la Cappella di Nostra Signora della Salute ospita San Gioacchino e sant’Anna ai lati dell’altare, Il serpente di bronzo sulla volta ed Ester al cospetto di Assuero sulla parete a destra (parete frontale della navata), tutte di Paganelli. Quest'ultima opera, probabilmente eseguita intorno al 1815, spicca per le sue grandi dimensioni e per la maestosità con cui viene rappresentata la scena. Il momento scelto dall’artista è quello in cui la regina Ester, al termine di tre giorni di digiuno e preghiera, si presenta davanti al re Assuero per chiedere che egli fermi lo sterminio dei Giudei architettato dal suo perfido consigliere. Il momento è carico di tensione, non solo per l’importanza della richiesta ma anche perché nessuno può comparire davanti al re senza essere stato convocato, pena la morte. Il re tende però lo scettro d’oro alla sua sposa, concedendole il perdono e assicurandole la possibilità di mettere in atto il piano per salvare il suo popolo.
Maria Pia Demme