S. Nicola schiaccia il demonio di Agostino Storace

La Chiesa di Nostra Signora della Consolazione e San Vincenzo martire, situata in via XX settembre, è una delle maggiori chiese di Genova.

Qui si trovano numerose opere di artisti genovesi, non tutti di grande fama, che padroneggiano gli stili e le tecniche delle principali botteghe dei maestri della loro epoca. Significativo è il gruppo scultoreo posto al di sopra del terzo altare, dedicato alla figura di San Nicola da Tolentino e realizzato da Agostino Storace.

Agostino Storace nacque a Genova intorno al 1720 da una delle figlie del grande scultore Anton Maria Maragliano, il quale si occupò della sua formazione artistica facendolo lavorare accanto a sé nella bottega di famiglia. Fin da giovane, Agostino collaborò con il nonno alla creazione delle sue opere (per esempio la Pietà conservata nel santuario della Madonnetta a Genova), ma fu solo dopo la morte di Maragliano, quando ereditò insieme al cugino la bottega, che iniziò ad accettare commissioni per conto proprio. Uno dei primi tra questi progetti fu Cristo appare a S. Martino che dona il mantello al povero, un gruppo scultoreo realizzato per la confraternita di San Martino di Genova Pegli.

Le prime produzioni autonome di Agostino Storace sono facilmente riconoscibili in quanto caratterizzate da uno stile meno enfatico di quello di Maragliano e da figure proporzionate e armoniche con caratteristici volti allungati e spigolosi.

A partire dal 1750 lo scultore eseguì alcune delle sue opere più grandiose, tra cui il Martirio dei SS. Nazario e Celso (per il quale riprese uno schema piramidale già usato da Maragliano), la Madonna del Carmine per la chiesa di S. Siro a Montale di Levanto e il Crocifisso per la chiesa di S. Desiderio.

Il gruppo scultoreo S. Nicola schiaccia il demonio, conservato nella Chiesa di Nostra Signora della Consolazione e San Vincenzo martire, risale al periodo tra il 1760 e il 1770. Il soggetto, che porta l’abito nero dell’ordine degli Eremitani di Sant’Agostino, è caro alla devozione popolare come colui che intercede presso la Madonna in favore di malati, carcerati, naufraghi e specialmente delle anime del Purgatorio.

L’iconografia tradizionale di questa Santo prevede che egli sia rappresentato con una stella o un sole sopra il petto mentre regge tra le mani una croce e dei gigli. Talvolta al posto dei gigli è possibile trovare dei pani, che richiamano i tradizionali panini benedetti mangiati dai fedeli in occasione della festa di San Nicola. Questa usanza si sviluppò a seguito di un episodio della vita del Santo che, gravemente malato, guarì dopo aver mangiato un pane ricevuto in carità a seguito di una visione della Madonna. Da quel giorno, San Nicola iniziò a distribuire pane benedetto ai malati che assisteva.

Il gruppo scultoreo fu poi modificato in modo massivo nel corso dell’Ottocento. La fanciulla e il diavolo che si appoggiano sul globo vennero aggiunti in seguito, come evidenziato dalla differenza di stile, più freddo e impersonale di quello di Agostino Storace.

Maria Pia Demme

 

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