Tra le prime famiglie genovesi: l’ascesa al potere degli Spinola
Durante l’XI secolo Amalfi e Pisa decadono e quindi, come unica rivale, resta Venezia. Il dualismo tra le due città è evidente quando Venezia, durante la quarta crociata, assedia e saccheggia Costantinopoli, portando con sé sculture e opere d’arte che ancora oggi adornano la città.
Genova rispose alleandosi con l’imperatore di Nicea, Michele VIII Paleologo che volle ripristinare l’impero bizantino, riconquistando Costantinopoli. Così nel 1261 una volta stipulato l’accordo tra i due, le truppe di Nicea attaccarono e si ripresero Costantinopoli. Il dominio dei mari per Genova era stato ristabilito.
In questo scenario di prosperità commerciale compare sulla scena una delle famiglie genovesi più antiche: la famiglia Spinola, divisa in due rami: Luccoli e San Luca, una volta detto di Bianchi, che discendono dai due figli di Guido Spinola, Ansaldo e Oberto. Da un testo ripreso all’interno del Palazzo Doria – Spinola troviamo un’iscrizione che spiega l’origine della famiglia: “ Capostipite ne sarebbe stato Guido, Visconte di Valpolcevera, giunto in Liguria nel 971 a seguito dell’imperatore Ottone I e padre di sette figli, dei quali Oberto e Ido costruirono la Chiesa di Nostra Signora delle Vigne…..dal detto Oberto sarebbe nato Belo Visconte, a sua volta padre di Guido ed Oberto…Guido, diretto ascendente dei nostri Spinola, avrebbe assunto il cognome essendo signore del Monte Spinola del Marchesato di Varzi”.
Antico effige di famiglia
Quindi gli Spinola traggono origine dai fratelli Guido e Oberto figli di Guido fu Belo Bozumi, e riguardo l’origine del nome vi sono tre spiegazioni differenti: può essere che i due fratelli abbiano portato da Oriente una spina della corona di Gesù Cristo, possono essere stati signori di Monte Spinola nel marchesato di Varsi – come spiega l’iscrizione qui sopra – oppure per aver entrambi esercitato il mestiere di fabbricanti di botti.
La blasonatura dello stemma qui sopra raffigurato recita così: “D’oro alla fascia scaccata di tre file d’argento e di rosso, sormontata da una spina di botte di rosso posta in palo”.
Intanto zone nobiliari della città passarono in rassegna alle famiglie dominanti, anche dette Quatuor Gentes tra cui figuravano i Fieschi, Doria, Spinola e Grimaldi.
Nel 1270 Oberto Doria e Oberto Spinola – esponenti di due delle più importanti famiglie ghibelline – vengono eletti Capitani del Popolo. I diarchi ascesero al potere grazie ad un’insurrezione dei Mascherati (i ghibellini genovesi), governarono la città per vent’anni e attuarono l’espulsione dei Rampini (sinonimo genovese di guelfi). Il pretesto fu dovuto all’ottava crociata, e così la diarchia Doria – Spinola si scagliò contro i Fieschi e Grimaldi (Rampini). I primi si rifugiarono nello spezzino, i secondi invece si recarono sul ponente ligure.
L’amministrazione dei due diarchi incontrò diversi problemi. Dalle continue rivoluzioni rivierasche e i tentativi di accerchiamento da parte dell’Angiò, di cui un Grimaldi è ammiraglio: il commercio è il fulcro della città e procede a gonfie vele, soprattutto grazie alle vittorie ottenute sui pisani – battaglia guidata da Oberto Doria, a cui partecipò anche Corrado Spinola, figlio del diarca - (1284) e sui veneziani (1298). Di questa situazione positiva godono anche le famiglie nobiliari, protagoniste dell’attività dirigenziale ed economica della città.
Questo segnò solo l’inizio dell’influenza politica della famiglia Spinola in città. Essi continueranno ad occupare cariche di rilievo, ottenendo anche, per undici volte, la dignità dogale.
Francesca Galleano