Palazzo Durazzo Pallavicini,
Via Balbi 1 Genova, è inserito il 13 luglio del 2006 nella lista tra i 42 palazzi iscritti ai Rolli di Genova divenuti in tale data Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO.
Verso la fine del 1500 Via Pre risultava inadeguata al crescente traffico di merci e persone e nel 1601 il Governo della Repubblica di Genova
decise l'apertura di una strada moderna Via Balbi. La costruzione di Palazzo Durazzo Pallavicini, voluto da Gio. Agostino Balbi, segno l'inizio di un'opera viaria e immobiliare molto importante che fu completata in 60 anni circa, strada, palazzi e chiese. Il terreno in pendenza sia da est verso ovest, che verso nord complicò la vita a Bartolomeo Bianco, architetto di strada Balbi, che realizzò un’opera allora sconosciuta a Genova: lo sviluppo in lunghezza della facciata si differenziava dagli edifici locali che occupavano solitamente uno spazio minimo su strada per poi potersi sviluppare in profondità. Lo zoccolo in facciata accompagna il pendio della strada e decresce con l'avanzare del palazzo. La parte centrale con due ali anteriori e due posteriori lungo l'asse della strada l'area coperta. Le ali si aprono su giardini con due ordini di loggiati.
A partire dal 1641, a causa della morte del fondatore e di Bianco, Ottavia e Bartolomeo Balbi si occuparono di portare a termine la costruzione del palazzo, per problemi finanziari furono costretti prima ad affittarne una parte a G.M.Durazzo(1664) e poi a cedere a Marcello Durazzo lintera proprietà, era il 1710 che realizzo importanti modifiche architettoniche nelle parti d'accesso al palazzo. Nel 1780 i lavori furono ultimati. Nei saloni affrescati da P.G. Piola, G. Boni e F.M. Costa, sono conservate opere di Reni, del Veronese, di Fiasella, di D. Piola, di Rubens, di Tiziano, di Van Dyck, del Guercino, del Carracci, del Domenichino, di Perin del Vaga e di Strozzi.