Fu fatto costruire tra il 1536 e il 1544 da Gerolamo Grimaldi in una zona poco urbanizzata e di notevole pendenza

Palazzo Gerolamo Grimaldi

Fu fatto costruire tra il 1536 e il 1544 da Gerolamo Grimaldi in una zona poco urbanizzata e di notevole pendenza, con accesso e fronte principale sulla salita di San Francesco di Castelletto, oltre a due prospetti laterali affacciati su giardini a monte e a valle, molto lodati dall'architetto Joseph Furttenbach.

Sotto la committenza di Giovanni Battista Grimaldi gli affreschi della facciatapiù alta con le Fatiche di Ercole sono stati attribuiti ad Aurelio Busso, mentre, fuori e dentro, si sono anche letti contributi decorativi di Gio Batta Castellodatabili tra il 1556 e il 1566. Una quadratura più propriamente architettonica, di cui rimangono poche tracce e un'illustrazione rubensiana, decorava la facciata dell'ingresso attuale.

L'edificio cinquecentesco, dal duplice carattere di palazzo di città decentrato e di residenza di villa suburbana custodisce nella sua straordinaria ambiguità la genesi segreta di un rinnovamento architettonico che pochi hanno finora denunciato con chiarezza nelle sue ascendenze.

L'apertura di Strada Nuovissima (1778-1786, oggi via Cairoli) vi imporrà lo sbancamento del giardino inferiore e il rinnovamento del prospetto sud, con l'aggiunta ad opera di Giacomo Brusco di un avancorpo coperto sormontato da un terrazzo e di una meridiana dipinta sulla facciata, alla quale si deve l'attuale denominazione di Palazzo della Meridiana. Della vecchia facciata resta testimonianza nell'edizione rubensiana.

Passa infine dai Grimaldi di Geraci ai Serra di Cassano e, nel XX secolo, a una società di navigazione che incarica Gino Coppedè di adeguare il palazzo a sede di uffici. In questa occasione, oltre a nuove costruzioni nell'area del giardino posteriore, si copre il cortile con un lucernario liberty, si rinnovano le "grottesche" delle sue voltine e si interviene pesantemente nella decorazione interna di sale dove sono gli affreschi di Luca Cambiaso (Ulisse che saetta i Proci, Episodi dell'Odissea,Satiro sbeffeggiato da Amore) e di Lazzaro Calvi. Nell'ultimo secolo è stato più volte adibito a edificio pubblico con conseguenti tramezzature e rifacimenti

Fonte Wikipedia

 

contentmap_plugin

Free Joomla! templates by Engine Templates

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Chiudendo questo banner acconsenti all’uso dei cookie.