Piazza Banchi
In tempi molto remoti il mare spingeva le sue onde nei pressi dell'attuale piazza dove sfociava il torrentello "Riale di Soziglia".
Le prime notizie della piazza attestano che già nel 1186 vi era fiorente un mercato del grano. In seguito, ingrandita e adornata dalle torri e dalle logge delle dimore patrizie dei De Marini, Di Negro, Lercari, Malocello e Negrone, divenne il centro delle attività commerciali, con numerosi banchi di cambio ("bancouti"), ove affluivano mercanti di ogni paese.
Una curiosa leggenda testimonia la storica presenza di commerci a banchi: San Pietro giunse un giorno a Genova per divulgare il cristianesimo. Ma le sue prediche non ebbero molto successo. Allora scece in piazza Banchi e rivolgendosi ai numerosissimi mercanti promise per l'aldilà un interesse del 100 per 100. Naturalmente le conversioni furono pressochè totali in tutta la città.
Nel 1398 durante le lotte civili, tra le fazioni guelfe e ghibelline, le dimore circostanti la piazza rimasero distrutte da un incendio per cui di quelle antiche costruzioni restano oggi ben poche e vaghe tracce. Fu pure testimone di oscure vendette e teatro di violenze: nel 1421 il Doge Tommaso Campofregoso si liberò del suo avversario Luca Pinelli, prendendo a pretesto la sua opposizione sulla cessione di Livorno a Firenze, facendolo giustiziare, a quanto sembra, mediante crocifissione.
All'inizio del XVI secolo, dopo che la peste aveva per due anni decimato la popolazione, il commercio tornò a rifiorire nella piazza, ma le discordie tra il popolo e la nobiltà, continuarono a rendere tragica l'atmosfera della zona.
Un gruppo di giovani nobili aveva formato nella città la "Compagnia de l'agùo". Costoro, circolando per le vie armati di uno stiletto importato da Milano e su cui avevano fatto incidere la scritta "castiga villani", beffeggiavano e insultavano i cittadini, specialmente quelli più modesti e rozzi che incontravano, aggiungendo percosse e, molte volte, colpendo coloro che osavano reagire con la sottile arma. Fu questa forse, una delle cause che determinò la rivolta popolare, durante la quale venne scacciato dal governo il partito dei nobili e vi fu insediato quello democratico con a capo Paolo da Novi.
E ancora il 28 febbraio 1682 il celebre musicista Alessandro Stradella venne ucciso nella piazza da due sicari che gli infersero quattro pugnalate.
A seguito della sconfitta patita dai genovesi nella guerra contro la Francia, i nobili rientrarono nella città e, nella piazza si schierarono cento nobili a cavallo, con in testa Luigi e Filippino Fieschi per accogliere solennemente re Luigi XII.
Nel 1702 vi sostò brevemente Filippo V di Spagna e nel 1815, il pontefice Pio VII, reduce dalla prigionia di Savona.