Enrico Alberto d'Albertis navigò in lungo e in largo il mediterraneo per poi cimentarsi nell'oceano fino alla storica “attraversata sulle rotte di Colombo”

Enrico Alberto D'Albertis

A Genova sono nate molte persone che hanno lasciato un segno nella storia, tra queste possiamo sicuramente ricordare il capitano Enrico Alberto d'Albertis nato a Voltri nel marzo del 1846.

Navigatore, scrittore, filantropo e uomo di impresa aveva uno spirito avventuroso, dopo aver completato il percorso di studi iniziò subito la carriera marittima, nel 1870 decise di cedere le azioni della società di famiglia per dedicarsi ai viaggi, navigò in lungo ed in largo il mediterraneo per poi cimentarsi in traversate oceaniche fino alla storica “attraversata sulle rotte di Colombo”, per le sue imprese usava le sue “Violante” e “Corsaro”.

Nel 1879, con Vittorio Augusto Vecchi, meglio noto come Jack La Bolina, il conte Ponza di San Martino, il marchese Doria, il marchese Imperiale e pochi altri fondò il Regio Yacht Club Italiano.

Dopo aver compiuto due volte il giro del mondo la sua sete di conoscenza lo portò ad intraprendere numerosi viaggi “terrestri” e nel 900’ inizio il suo “periodo africano”. Viaggiò in Tripolitania, Algeria, Tunisia, Eritrea,Somalia, Sudan e svariate volte in Egitto, conobbe l'egittologo Schiapparelli e partecipò a scavi a Luxor, nella Valle delle Regine. Nel 1906 visitò l'Africa orientale, Harrar, Uganda e Victoria Nyanza e nel 1908 effettuò il periplo dell'Africa, arrivando fino a Johannesburg. Due anni dopo, nel 1910, compì il suo terzo ed ultimo viaggio attorno al mondo. 

Nei suoi viaggi raccolse un'importantissima collezione di armi provenienti da ogni parte del mondo: lance, frecce, balestre di ogni genere e dimensione, molti costumi ed un'infinità di utensili esotici, oggi collezionati nel Museo delle Culture del Mondo di Genova.

Persona originale, animata dal gusto per le sfide, della scoperta e dell'esplorazione, dopo una vita vissuta intensamente, muore nel 1932 non prima di aver donato alla Città la sua residenza privata, il Castello D'Albertis, con la volontà che venga trasformato nel museo che oggi tutti possiamo visitare.

 

 

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