La battaglia di Curzola: crocevia della storia di Genova
Negli articoli precedenti abbiamo accennato all’importanza della Battaglia di Curzola, dell’operato di Guglielmo Boccanegra e del legame con Palazzo San Giorgio.
La rivalità tra Genova e Venezia è sempre stata nota, e la battaglia di Curzola rappresenta semplicemente l’ennesimo round in un duello che sembra non avere fine.
La battaglia navale di Curzola si svolse il 7 settembre 1298. Essa può considerarsi l’apice di tutte quelle continue lotte e guerre di logoramento fra le due potenze commerciali il cui scopo era ottenere il controllo del Mar Nero. Così i veneziani condussero una trattativa con i Tartari in Crimea e affondarono alcune fondaci genovesi. Così Nicolò Spinola rispose catturando 25 galee veneziane. Intanto i marinai della Serenissima attaccarono i porti genovesi di Caffa, Focea e Cipro. Infine il nuovo Capitano Lamba Doria decise di attaccare Venezia con 78 galee, convinto e motivato “a costo di stanarla nella sua stessa laguna”. Così cominciò la Battaglia di Curzola, vicino a Zara, 90 vascelli genovesi contro gli 80 veneziani.
Genova attaccò con ferocia, il Capitano decise di lasciare in disparte – per il momento – 15 delle 78 galee. Quindi erano in temporanea inferiorità numerica. Ci fu un larghissimo dispendio di vite umane, fu una battaglia estremamente sanguinosa, ancor più della Meloria. Alla fine però Genova riuscì a trionfare, affondò 65 galee veneziane e ne catturò 18, ci furono 7mila veneziani caduti e altrettanti che vennero fatti prigionieri. Tra questi la celebre figura dell’esploratore Marco Polo – già citato negli articoli precedenti – che verrà messo nelle celle di Palazzo San Giorgio, appena costruito e noto come Palazzo del Mare. Proprio durante la sua prigionia, Marco Polo detterà le sue memorie al compagno di cella Rustichello da Pisa – prigioniero della Meloria – che prenderà nota, dando origine all’opera Il Milione. La prigionia di Marco Polo durò 7 mesi. In città già tutti sapevano dell’arrivo di un prigioniero così illustre; per questo motivo durante il giorno vi era un gran via vai tra le celle di Palazzo San Giorgio. Tantissimi nobili accorrevano a fargli visita, tutti volevano sentire i suoi racconti, aneddoti e le sue esperienze. Proprio riguardo alla sua fama e al suo prestigio, venne poi affissa una targa all’interno del palazzo, per testimoniare il grandioso evento.
Lamba Doria riuscì a vincere la guerra, ma non riuscì a stanare i veneziani nella loro laguna. Tornò a Genova con una flotta esausta e decimata. Entrambe le città subirono un dispendio eccessivo di vite umane e di risorse economiche. Per questo motivo intervenne il papa Bonifacio che, decise di stabilire, con la Pace di Milano un accordo senza profitti da entrambe le parti. Un accordo raggiunto grazie alla mediazione di Matteo Visconti, il 25 maggio 1299. L’esito quindi non portò alcun cambiamento all’equilibrio politico delle due città, unite nella sconfitta dal comune dissanguamento. Le conseguenze di questa battaglia furono gravose per le due città, e nel frattempo nel Mediterraneo serpeggiava una nuova minaccia, i catalani.
Nella foto: “MARCO POLO DETTO’ IN GENOVA IL MILIONE, NEL GIORNO DI COLOMBO GENOVA E VENEZIA POSERO MCMXXVI”
Francesca Galleano