Bolzaneto

Dalle origini al Settecento

Le origini di Bolzaneto sono da ricercare negli insediamenti sviluppatisi sui versanti collinari, lungo le antiche vie di comunicazione dalla costa verso l'entroterra e la pianura padana: Geminiano, Brasile e Cremeno sul versante sinistro della Val Polcevera e Murta dalla parte opposta. Il fondovalle, dove oggi è concentrata la parte più consistente del moderno insediamento, era un tempo in gran parte occupato dal greto delPolcevera, soggetto a piene improvvise quanto devastanti e per questo assai temuto e di conseguenza quasi completamente spopolato.

Nell'attuale zona di Bolzaneto i primi insediamenti lungo le sponde del torrente, dovuti a ragioni di carattere militare o religioso, furono il Castello di Montebello (intorno al XIV secolo) e il convento di S. Francesco alla Chiappetta (fine del XIII secolo), attorno ai quali nel tempo si svilupparono i due nuclei storici dell'attuale quartiere.

Del borgo di Bolzaneto, costituito da un gruppo di povere case ai piedi del castello, alla sinistra del torrente, in prossimità del punto in cui questo formava un'ampia ansa, si hanno notizie certe a partire dal 1050. Il paese era una piccola frazione sottoposta all'autorità civile e religiosa di Brasile e tale rimase fino alla metà dell'Ottocento, quando la sede comunale ed il titolo parrocchiale furono trasferiti a Bolzaneto. Nel Trecento nel borgo fu costruita una cappella intitolata a Nostra Signora della Neve.

A breve distanza, ma allora sulla sponda destra del Polcevera, alla fine del Duecento fu edificato il convento di S. Francesco alla Chiappetta.

Nel 1337 il borgo di Bolzaneto fu devastato nel corso delle cruente lotte di fazione fra guelfi e ghibellini; durante questi combattimenti fu distrutto il fortilizio-castellofatto costruire dagli Adorno poco più a nord del borgo, poi ricostruito nel 1380 dalla Repubblica di Genova.

A partire dal XV secolo ha inizio una massiccia presenza delle famiglie patrizie genovesi, che costruirono nella zona le loro residenze di villeggiatura, alle quali erano spesso associate tenute agricole, che per vari secoli hanno caratterizzato il paesaggio della vallata, legandone strettamente l'economia a quella della vicina città

Le guerre del 1746 e del 1800

Nel Settecento la Repubblica di Genova, alleata della Francia, si trovò coinvolta nella guerra di successione austriaca. La Valpolcevera nel 1746 fu occupata da un esercito austro-piemontese, al comando del generale Botta Adorno, che arrivò fino a Genova, da dove fu cacciato in seguito all'insurrezione popolare del 5 - 10 dicembre 1746, che prese avvio con il leggendario episodio del Balilla.

L’11 aprile 1747 un altro esercito austriaco, al comando del conte di Schulenberg, ritentò di occupare nuovamente Genova. Gli invasori, scesi da nord attraverso i valichi appenninici, occuparono tutta la Valpolcevera, portando saccheggi e distruzioni, e strinsero d’assedio Genova. Avvennero aspri combattimenti tra gli austriaci da una parte e volontari della Valpolcevera (inquadrati in compagnie divise per parrocchie) e truppe regolari della Repubblica di Genova dall’altra. Il 19 luglio 1747 gli Austriaci abbandonarono la Valpolcevera, lasciandosi alle spalle una scia di morte e distruzione e furono definitivamente ricacciati oltre Appennino nel febbraio del 1748.

A fare le spese di quel triste periodo furono soprattutto le località collinari, sia durante la prima avanzata delle armate austriache nel 1746, sia durante il lungo assedio ai confini della città nei primi mesi dell'anno successivo. Numerosi sono i resoconti sulle violenze e le distruzioni perpetrate dai soldati austriaci, assetati di bottino. Delle proteste della popolazione si fecero portavoce i parroci, le cui chiese erano state depredate e gravemente danneggiate.

I centri più colpiti furono Brasile, Cremeno, Geminiano e soprattutto Murta, dove nella villa Bonarota (villa Clorinda) il generale Schulemberg aveva posto nell'aprile del 1747 il proprio quartier generale, nell'attesa, rivelatasi poi vana, di poter riconquistare Genova. In precedenza, nel settembre del 1746, gli austriaci avevano distrutto la canonica e depredato la chiesa. Altro centro che aveva subito gravi perdite era Cremeno, dove era morta la metà dei circa 500 abitanti, soprattutto per le misere condizioni di vita in quei tragici mesi. Subito dopo la guerra in tutti i paesi colpiti ebbe inizio l'opera di ricostruzione di chiese, case, fienili e stalle e il rispristino dei campi coltivati, saccheggiati dagli invasori.

Pochi anni più tardi un notevole contributo allo sviluppo economico della valle fu dato dall'apertura, negli anni settanta del Settecento della nuova strada sul fondovalle, chiamata “Camblasia” perché costruita a proprie spese dal doge della Repubblica di Genova Giovanni Battista Cambiaso, in cambio di benefici fiscali (ed anche per rendere più agevole il percorso tra Genova e la sua villa di Cremeno). La nuova arteria creò nuove opportunità di lavoro legate ai servizi offerti ai viaggiatori, nel campo della ristorazione, con l'apertura di numerose osterie e nei servizi di assistenza (riparazione dei carri, accudimento degli animali e magazzinaggio delle merci), attività che affiancarono la tradizionale economia agricola della zona, che beneficiò a sua volta di nuove opportunità di vendita dei propri prodotti.

Nel 1797 la discesa in Liguria dell’esercito napoleonico decretò la fine della plurisecolare Repubblica di Genova che, ribattezzata “Repubblica Ligure”, passò sotto il controllo francese; anche in questa circostanza i valligiani polceveraschi, diffidenti verso le idee rivoluzionarie di cui i francesi erano portatori e che mettevano in discussione il loro consolidato attaccamento alle tradizioni, tentarono di resistere, ma nulla poterono contro il potentissimo esercito francese. Con i nuovi ordinamenti francesi dal 1798 fu istituito il comune di Brasile, capoluogo dell'VIII Cantone all'interno del circondario di Rivarolo, nel Dipartimento di Genova, con giurisdizione, oltre che sul borgo di Bolzaneto anche sulle comunità di Casanova e Cremeno.

Nel 1800, durante la guerra tra la Francia e le potenze europee (Austria, Inghilterra, Russia e Prussia), Genova subì un duro assedio per mare e per terra da parte di austriaci e inglesi ed ancora una volta la Valpolcevera divenne teatro di battaglia (aspri scontri tra gli assedianti austriaci e i francesi avvennero nella zona di Brasile e Geminiano, senza peraltro coinvolgere le popolazioni locali) fino alla provvisoria resa del generale Massena del 4 giugno 1800. Venti giorni dopo, in seguito alla vittoria nella battaglia di Marengo, i francesi rioccuparono definitivamente la Liguria. Anche se non paragonabili con le sofferenze patite durante la guerra del 1747, i polceveraschi subirono molti disagi, soprattutto per la mancanza di cibo in conseguenza dell'assedio anglo-austriaco.

L'Ottocento

L'istituzione del comune

Nel 1805 la Repubblica Ligure fu annessa all'Impero francese e con essa tutti i paesi della Valpolcevera. Nel 1814, a seguito delle decisioni del Congresso di Viennala ex Repubblica Ligure napoleonica passò al Regno di Sardegna, e quindi anche il comune di Brasile, che nel 1834 il Casalis descriveva ancora come un piccolo comune ad economia prevalentemente agricola

Il piccolo comune riuscì a svolgere i compiti essenziali che gli erano affidati, pur tra molti problemi, quali la mancanza di una idonea sede (le riunioni si tenevano in abitazioni private o nella sagrestia della chiesa di S. Felice), la scarsità di risorse e la difficoltà a reperire tra la popolazione locale le competenze necessarie per l'amministrazione del comune

La costruzione della ferrovia e l'espansione edilizia

Il quadro descritto dal Casalis era destinato a mutare rapidamente nei decenni successivi, quando quei pochi addetti alle arti meccaniche fugacemente citati dallo storico piemontese sarebbero cresciuti di numero diventando la principale forza lavoro dell'economia locale.Infatti, intorno al 1850, con l'apertura della linea ferroviaria e l'arginatura del Polcevera, ebbe inizio una radicale trasformazione urbanistica accompagnata dalla progressiva industrializzazione del territorio bolzanetese. Con la costruzione della ferrovia Genova-Torino, inaugurata nel 1853, si rese necessario rettificare ed arginare il corso del torrente Polcevera, eliminando l'ansa da questo formata. La costruzione del terrapieno sopraelevato sul quale correva la nuova linea ferroviaria, che costituiva anche un solido argine alle acque del torrente, veniva anche a risolvere definitivamente i problemi creati dai frequenti straripamenti che causavano periodicamente gravi danni e talora anche vittime. L'ultimo grave episodio si era verificato il 26 agosto del 1834, quando le acque in piena avevano inondato la zona della Chiappetta ed altre aree nel fondovalle.

Fu scavato, per un tratto di circa 500 m, un nuovo tratto di alveo che tagliava la base della collina di Murta immediatamente a monte del convento di San Francesco (che in tal modo passò dalla destra alla sinistra del torrente) e costruito un argine sul lato sinistro, sul quale corre la ferrovia.[8] Il tratto di greto non più percorso dal torrente e il ponte che l'attraversava furono interrati e furono bonificate le zone acquitrinose delle Bratte e delle Acque marce, predisponendo queste aree per la futura espansione edilizia; contemporaneamente veniva costruito il ponte intitolato a S. Francesco, per collegare le nuove rive del Polcevera.

Per realizzare l'argine e il nuovo tratto del Polcevera furono demolite alcune case, tra le quali la villa Mari-Debarbieri, che si trovava dov'è ora il ponte S. Francesco.

Con un R.D. del 26 gennaio 1854 la sede del comune veniva trasferita da Brasile a Bolzaneto, seguita due anni più tardi anche da quella della parrocchia. La prima sede municipale era un edificio, ancora esistente, affacciato sull'attuale piazza Francesco Bartolomeo Savi, da sempre centro del paese, allora chiamata "piazza del Prione".

Nel frattempo, sui terreni pianeggianti ricavati nell’ex greto del torrente furono edificate le prime case per ospitare gli abitanti espropriati delle loro abitazioni per la costruzione della linea ferroviaria. Gradualmente. negli anni successivi, tutta l'area compresa tra la piazza del Prione e il borgo della Chiappetta fu edificata, andando a costituire l'attuale abitato di Bolzaneto. L’antico borgo del Prione perse via via d'importanza e il centro del paese si spostò poco più a valle, nelle aree di nuova edificazione, dove fu costruita la nuova sede comunale, inaugurata nel 1878, che ancora oggi ospita uffici decentrati del comune di Genova e la biblioteca civica.

Il nuovo centro gravitava intorno alle piazze oggi denominate Livraghi (prospiciente il convento della Chiappetta, e che un tempo costituiva l'estrema propaggine della collina di Murta), Rissotto (sul sito dell'antico ponte per Murta, dove nei primi anni del Novecento sarebbe sorto il nuovo edificio scolastico) e Rismondo (dove aveva sede il capolinea tranviario della Val Polcevera e all'epoca chiamata "piazza delle Carrozze", perché vi facevano capo i mezzi di trasporto diretti verso le zone collinari).

Con il R.D. del 26 settembre 1869 il territorio comunale si ampliò, inglobando (su richiesta degli stessi abitanti) la frazione collinare di Murta, sulla sponda destra del Polcevera, fino ad allora dipendente dal comune di Rivarolo.

Le industrie

Nella seconda metà dell'Ottocento la zona, già agricola e luogo di villeggiatura di ricche famiglie genovesi, come tutta la Valpolcevera ebbe un imponente sviluppo industriale, con l'insediamento di numerose aziende; le più importanti furono le Ferriere Bruzzo (sorte alla fine degli anni ottanta), le Acciaierie Italiane, poi confluite nel consorzio ILVA, che trovarono collocazione nella zona a nord del Castello, nel frattempo convertito in villa signorile (e in seguito a ospedale) e più tardi il saponificio Lo Faro di Morigallo. Accanto a queste vennero aperte diverse fabbriche tessili, legate in un primo tempo alla produzione della seta, che visse un periodo di popolarità in Val Polcevera negli ultimi decenni dell'Ottocento, prima di soccombere alla concorrenza dei paesi asiatici, ed in seguito a quella del cotone.

Grazie all'espansione edilizia e industriale i 740 abitanti indicati dal Casalis nel 1837 alla fine dell'Ottocento erano divenuti oltre 6.000 (un ulteriore forte incremento fu registrato con il censimento del 1911, quando risultarono quasi 10.000).

Il Novecento

Il nuovo secolo si aprì con l'inaugurazione, il 15 marzo 1900, della tranvia elettrica che sostituiva quella a cavalli, prolungata qualche mese dopo fino a Pontedecimo.

Nel 1913 fu aperto l'oleificio Gaslini, che aveva sede presso il borgo vecchio, in un grande edificio ora occupato da aziende artigiane, nel quale dal 1929 furono trasferiti da Milano anche gli uffici amministrativi. Nei primi decenni del Novecento si ebbe una forte espansione di tutte le aziende industriali; in particolare, negli anni venti le industrie del settore siderurgico, favorite anche dalle commesse militari durante la prima guerra mondiale, arrivarono ad avere complessivamente oltre 3000 dipendenti.

Con il Regio Decreto n. 74 del 14 gennaio 1926, il Comune di Genova si espandeva inglobando 19 comuni della Val Polcevera, della Val Bisagno e delle due riviere, a Levante e a Ponente. Il comune di Bolzaneto entrò così a far parte della cosiddetta Grande Genova.

Dopo la seconda guerra mondiale, la crisi dell'industria siderurgicaportò ad un ridimensionamento delle Ferriere Bruzzo (chiuse definitivamente nel 1957) e su alcune aree di queste fu costruita la fabbrica di refrattari SANAC (dopo il trasferimento di questa azienda, sulla stessa area è stato costruito il nuovo mercato ortofrutticolo di Genova, qui trasferito nell'ottobre 2009 dalla vecchia sede di corso Sardegna, nel quartiere di San Fruttuoso).

Nell'immediato dopoguerra la scelta politica di assegnare a Genova il ruolo di terminal petrolifero (con la costruzione del porto petroli nel quartiere di Multedo) favorì l’insediamento di industrie legate a questo settore.[15] Sulla collina di S. Biagio negli anni cinquanta fu costruita la raffineria ERG, poi chiusa nel 1988, anche a seguito della crescente attenzione della popolazione agli aspetti ambientali del territorio ed ai rischi per la sicurezza introdotti da questo tipo di aziende; su quest'area sorgono ora il centro commerciale "L'aquilone" (comprendente un ipermercato della Coop Liguria e numerosi esercizi commerciali) e un nuovo quartiere residenziale.

Analogamente a queste altre aree, dismesse a partire dagli anni sessanta a causa della chiusura di molte fabbriche storiche sono ora riutilizzate da imprese artigiane e commerciali.

Frazioni e località

Brasile

Cremeno

Geminiano

Morego e Morigallo

Murta

Romairone

Serro

Monumenti e luoghi d'interesse

Villa Ghersi-Carrega Nel corso del suo soggiorno a Genova (1624-1627) nella villa fu ospitato il pittore fiammingo Antoon van Dyck. Oggi è sede del Municipio V - Valpolcevera.

Villa Clorinda, sulla collina di Murta, appartenne alle famiglie Bonarota, Doria e Costa.

Villa Rivarola-Drago, sorge sul versante orientale della collina di Murta. Oggi è trasformata in condominio.

Palazzo Pareto (XVIII secolo), nei pressi di Romairone, appartenne alle famiglie Cicopero, Pareto e Pozzoni

Villa Cambiaso (XVIII secolo), presso la frazione di Cremeno, fu residenza estiva di Giovanni Battista Cambiaso, doge dal 1771 al 1773, conosciuto soprattutto per aver costruito a proprie spese la strada di fondovalle della Val Polcevera. Oggi è trasformata in condominio.

Villa Garibaldi (Ottocento), nei pressi del nucleo storico di Bolzaneto, fu fatta costruire da mons. Pietro Antonio Garibaldi, passando poi al nipote Nicolò Garibaldi.

Chiesa di Nostra Signora della Neve

Chiesa e convento di San Francesco alla Chiappetta

Chiesa di San Martino di Murta

Chiesa di Sant'Andrea di Morego

Chiesa di Santo Stefano in Geminiano

Chiesa di Santa Maria Assunta del Serro

Chiesa di Nostra Signora del Buon Consiglio

 

 

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