Marassi
Il toponimo “Marassi”, uno dei più antichi tra quelli dei quartieri genovesi, deriva da due termini preromani: “mar”, termine greco che significa “palude” e l'antico suffisso ligure “asc”, frequente nei toponimi del genovesato, che indicava un corso d'acqua.
Il nome indicava quindi la vasta palude salmastra formatasi alla foce del Bisagno (chiamato dai romani “Feritor”) e del Fereggiano, che all'epoca sfociava autonomamente in mare. In epoche antiche, infatti, la piana oggi occupata dai moderni quartieri di San Fruttuoso e Foce non esisteva e il mare penetrava all'interno insinuandosi tra i capi di Carignano e Albaro. Dopo la progressiva bonifica del greto torrentizio il borgo che sorgeva nel “Piano” del Bisagno prese il nome dell'antica palude.
I primi nuclei urbani del futuro comune di Marassi si formarono in epoca medioevale come centro di servizio lungo la via che risalendo il corso del Fereggiano collegava Genova con la Val Trebbia attraverso il passo della Scoffera. Fra questi i due più importanti divennero il “Borgo Superiore di Bisagno” (che in seguito prese il nome di Marassi) e Quezzi, in alto sulla collina nella valle del Fereggiano.
Il “Borgo Superiore di Bisagno”, formato da case sparse intorno alla chiesa di Santa Margherita, citata sin dall'XI secolo, si trovava lungo questa via immediatamente al di là di un antico ponte che attraversava il greto acquitrinoso del Bisagno per raggiungere il cosiddetto “Piano” di Marassi e proseguire il percorso in collina verso Sant'Eusebio. L'esistenza di questo ponte, chiamato “ponte di Prete Beroldo”, era già documentata intorno all'XI secolo, ma nel 1428 veniva citato come “Ponte Rotto”, probabilmente perché gravemente danneggiato da un evento alluvionale. Il Giustiniani nei suoi "Annali" (1537) riporta che ai suoi tempi l'uso del ponte era abolito ("E del ponte rotto, qual rimane più alto verso la montagna, non accade far altra menzione, come che l'uso di quello sia del tutto abolito.").
Il borgo, in seguito chiamato con il nome stesso dell'antica palude, fu per secoli un centro rurale ai margini della città, che riforniva di prodotti ortofrutticoli grazie agli orti della fertile piana alluvionale.
Marassi e Quezzi, sviluppatosi nella parte alta della valle del Fereggiano attorno alla chiesa della Natività di Maria Santissima, citata sin dal XII secolo, erano divisi da un'aspra rivalità: nel 1300 ci furono scontri fra gli abitanti di Quezzi (Ghibellini) e quelli di Marassi (Guelfi). Secondo il Giustiniani nel XVI secolo Quezzi con la frazione di Vegori (oggi Egoli) contava oltre 250 abitanti contro i circa 200 di Marassi e Fereggiano.
Nel Seicento entrambe le parrocchie dipendevano dalla pieve di San Martino d'Albaro e amministrativamente i due borghi facevano parte della Podesteria del Bisagno.
Come la maggior parte delle località intorno a Genova, la zona fu coinvolta nelle vicende belliche degli anni 1746-47, subendo le devastanti conseguenze dell'occupazione da parte delle truppe austriache che avevano posto l'assedio a Genova.
Fra il XVIII e il XIX secolo le colline intorno a Quezzi furono fortificate con la costruzione delle fortificazioni genovesi di levante che comprendono i forti Quezzi,Richelieu e Monteratti, divenuti nel 1800 terreno di scontro tra francesi e austriaci.
L'Ottocento
Fino alla fine del Settecento Marassi era una delle principali porte di accesso alla Valbisagno: solo qualche villa sparsa si stagliava tra gli orti intensamente coltivati. Nell'area di Marassi si producevano molte delle verdure che si vendevano poi sui mercati cittadini.
Nel corso dell'Ottocento l'amministrazione comunale, che trovò sede in piazza Romagnosi, nel Borgo Ponterotto, sulla destra del Bisagno, provvide all'apertura di nuove strade e rese carrozzabili parte delle vecchie mulattiere; fu anche ripristinato il ponte sul Bisagno, grazie anche ad un prestito ad un minimo interesse del marchese Pietro Monticelli, che fu ministro del governo sabaudo e per molti anni sindaco del comune di Marassi, dove la famiglia possedeva vaste proprietà. Il nuovo ponte, inaugurato nel 1865 (pochi mesi dopo la sua morte, avvenuta il 17 aprile 1864) fu intitolato al suo nome.
L’annessione a Genova
Nel 1873, con un Regio Decreto, il Comune di Genova si espandeva oltre il confine del Bisagno, inglobando, oltre a Marassi, i comuni di San Francesco d'Albaro,San Martino, Staglieno, San Fruttuoso e Foce, dando avvio ad un’espansione urbanistica che avrebbe radicalmente cambiato il volto di quei quartieri.
Di particolare interesse
Villa Piantelli
Villa Saredo - Parodi
Chiesa di Santa Margherita di Marassi
Chiesa della Natività di Maria Santissima di Quezzi
Chiesa della Mater Ecclesiæ
Chiesa di Nostra Signora della Guardia
Chiesa della Regina Pacis
Istituto delle Suore di Nostra Signora del Rifugio
Forte Richelieu
Forte Quezzi e Torre Quezzi